Gli utenti che posseggono un iPod, in verità non vi immettono musica proveniente da iTunes se non in minima parte. Tale pincipio è cristallizzato in un sondaggio Jupiter Research da cui emergono numeri in grado di rimettere in discussione soprattutto l’entità dell’accoppiata Apple e le funzioni di traino tra le parti.
Secondo Jupiter Research l’83% degli utenti iPod non acquista musica a cadenza regolare. Ciò significa che la maggior parte dei brani riprodotti su un iPod sono provenienti da tutt’altra fonte lontana dal music store: CD rippati oppure, tra gli anatemi di Cupertino, da fonti P2P. In generale solo il 5% della musica detenuta su un iPod medio è stata acquistata da iTunes Music Store.
La ricerca è particolarmente importante nel momento in cui il settore attende nuova concorrenza e l’entità reale del mercato Apple (quello che controlla il settore) diventa un aspetto fondamentale per leggere tra le righe i numeri sfoderati dai bilanci trimestrali. La chiave di interpretazione cercata nel tempo (e così proposta all’opinione pubblica con mal celati fini promozionali) era quella di una utenza affascinata dall’iPod e pronta per esso ad abbandonare i canali illeciti e pagare per la musica ascoltata. Tutto questo impianto entra però in crisi nel momento in cui l’iPod risulta sì essere il player più affascinante, ma per esso l’utenza non ha rinunciato alla musica gratuita e nel tempo ha semplicemente acquistato player innovativi pur confermando la propria abitudine al file sharing.
Il mercato è ora pronto ad ospitare Spiralfrog, un music store gratuito: le major potrebbero aver silentemente capito che l’utenza rimane ancor sempre restìa a pagare per il download di un brano musicale ed un nuovo modello di business potrebbe dunque trovare spazio tra le maglie di un mercato in costante e perpetua rivoluzione.