Il mio tuffo nella lomografia è stato rapidissimo. Giusto il tempo di leggere il termine lomografia in una didascalia di una foto ed ero già perso in link, articoli, siti e blog che parlavano di questa tecnica fotografica. Ho scoperto, così, che in Italia e nel mondo ci sono tanti appassionati di quest’arte. Ma in cosa consiste? In pratica le vecchie macchine fotografiche russe, prodotte dalla società Lomo, diedero inizio a un filone artistico a partire dagli anni ’80. Costruite con materiali scadenti, tra cui plastica e ferro, riescono a creare le foto con vignettature, colori saturati e giochi di luce inaspettati.
Per la prima volta, infatti, non è il fotografo a decidere l’esito della foto, ma la macchina fotografica, tanto da portare alla creazione del principio base della lomografia: “non pensare, scatta”. In un’epoca dove la fotografia digitale la fa da padrona, sembra molto demodé parlare di fotografia analogica, cioè che fa uso di rullino. Un rullino è retrò quanto la qualità delle foto che imprime, perchè non si tratta del formato da 35mm, ma del vecchio 120mm utilizzato in Cina tempo fa.
Ci sono varie macchine fotografiche capaci di produrre foto lomografiche. Le più importanti sono la costosa LCA amata dagli studenti austriaci di qualche anno fa, la moderna Diana uscita in seguito oppure la classica Holga su cui abbiamo messo le mani. Prima di parlarvi della nostra prova dobbiamo sottolineare che ci sono varie versioni di Holga: abbiamo la 120S ormai fuori produzione, la 120N con lenti in plastica, la 120SF con flash incorporato, la 120GN con obiettivo in vetro e la 120 CFN con flash colorato. Noi abbiamo provato il modello base, la 120N, poichè abbiamo ricercato le foto lomografiche crude e pure.
Holga è definita una Toy Camera, in effetti sembra un giocattolo. Costruita quasi totalmente in plastica, alle mani sembra un giocattolo per bambini. Le parti meccaniche non hanno nulla azionato da energia elettrica, anche l’avanzare del rullino è scandito da una rotella da girare dopo ogni scatto. Con un rullino da 120mm è possibile scattare 12 foto in formato 6 x 6 cm oppure 16 foto in formato 6 x 4,5 cm. Per scegliere basta spostare una levetta. Altre levette servono per scattare foto con poca o abbastanza luce e con otturatore normale o manuale, utile per creare giochi di luce.
Con le moderne macchine fotografiche siamo abituati a non dover gestire rullini, quindi neanche il loro avanzare ad ogni scatto. L’errore che si potrebbe fare, quindi, è scattare ripetutamente senza arrotolarlo ogni volta. Qualche volta questo errore è fatto di proposito per creare foto artistiche. Scattando due foto una sull’altra, infatti, si genera la sovrapposizione di due immagini con un risultato molto gradevole. Intorno l’obiettivo ci sono anche i simboli per regolare le foto da scattare vicino o lontano, ma onestamente la differenza tra le due modalità, nonostante l’obiettivo ruoti, non è molto visibile.
Come detto in precedenza, è possibile scegliere tra lenti in plastica o in vetro. Dovendo scattare foto casuali però è preferibile quelle in plastica, la versione in vetro è un po’ in controtendenza con la lomografia, la casualità non ha bisogno della perfezione. Stessa lezione a volte è impartita dal case della macchina. In alcune, infatti, potrebbero formarsi dei piccoli ingressi per la luce che, una volta colpita la pellicola, genera risultati inaspettati. Alcune persone, soprattutto se l’effetto rovina le foto, risolvono questo problema usando del nastro isolante nero per rivestire la macchina fotografica.
Naturalmente all’interno non troveremo schermo LCD per scattare, ma un obiettivo rudimentale posto sulla sinistra. Quando si scatta, quindi, bisogna tenere sempre a mente che l’obiettivo in realtà è posto un po’ più a destra del mirino, quindi ciò che si vede non è necessariamente ciò che vede l’obiettivo. Vediamo, adesso, le caratteristiche tecniche della Holga:
– Dimensioni: 140 x 102 x 76 mm
– Peso: 200 grammi
– Lenti: ottiche f/8 60 mm
– Scatto: 1/100 secondi
– Pellicola: 120 mm con ASA 100/ISO 21 o ASA 400/ISO 27
All’interno della confezione, oltre la macchina, è inserita anche una piccolissima guida in inglese, una staffa per portarla al collo, un copri obiettivo per evitare che la luce bruci la pellicola e un adattatore da inserire qualora si volesse scattare in formato rettangolare. In giro, però, sono in vendita altri accessori, come il flash esterno, l’adattatore per rullini da 35mm, i filtri colorati per evidenziare i colori e altri.
La nostra prova ha portato a risultati abbastanza positivi. Quello che bisogna avere a mente è che non essendoci flash bisogna scattare in condizioni di luce sufficienti, quindi i risultati migliori si avranno all’aperto. Tra le mani, grazie alle sue dimensioni, si può maneggiare senza aver paura che cada, e anche se accadesse difficilmente si avrebbero danni rilevanti, non avendo parti meccaniche complesse, ottiche professionali o schede elettroniche. Purtroppo ci sono elementi negativi che la spingono nel settore degli appassionati, come l’imprevedibilità delle foto, la necessità di comprare rullini di volta in volta e la necessità di svilupparli per vederne il risultato.
A suo vantaggio c’è il prezzo. Mentre le fotocamere digitali costano diverse centinaia di euro, la Holga si trova su eBay per non più di 35 € trasporto incluso. Con un po’ di fortuna si trovano anche i rullini a meno di 2 €, anche se lo sviluppo è particolarmente costoso. In conclusione Holga è la compagna perfetta per foto artistiche in un pomeriggio fatto di passeggiate, ma per le foto delle vacanze o del compleanno meglio rivolgersi verso soluzioni moderne.