Il CEO di Microsoft Satya Nadella ha difeso il contratto multimilionario della società con il Pentagono per offrire i visori HoloLens ai soldati. La scorsa settimana dozzine di dipendenti della società avevano criticato pubblicamente questo contratto e avevano chiesto alla loro compagnia di porre fine ai legami con l’esercito americano. Più nello specifico, venerdì, un gruppo di circa 50 dipendenti Microsoft aveva pubblicato una lettera in cui chiedeva alla compagnia di stracciare il contratto da quasi 480 milioni di dollari per fornire fino a 100.000 dispositivi HoloLens alle forze armate statunitensi.
Un contratto molto importante per Microsoft che era riuscita a battere molti concorrenti tra cui Magic Leap. Il visore per la Mixed Reality che la casa di Redmond fornirà all’esercito sarà differente da quello oggi in commercio. Più nello specifico, dovrebbero essere presenti un rilevatore termico ed un sistema di visione notturna che saranno utilizzati sia durante le esercitazioni che sul campo di battaglia. I visori saranno sfruttati dai soldati per l’addestramento e per i combattimenti. In un’intervista con CNN Business al Mobile World Congress di Barcellona, giusto il giorno dopo la presentazione di HoloLens 2, Nadella ha respinto al mittente le critiche portate dai dipendenti.
Il CEO di Microsoft ha evidenziato che la società ha deciso di non negare l’accesso alle tecnologie che consentono di proteggere la libertà ai governi democraticamente eletti. Inoltre, Nadella ha anche evidenziato che Microsoft è stata molto trasparente su questa decisione e che continuerà ad esserlo anche in futuro.
Questa non è la prima volta che Microsoft ha affrontato critiche interne sui suoi rapporti con il Governo americano. L’estate scorsa, centinaia di dipendenti avevano firmato una lettera in cui si chiedeva a Microsoft di interrompere la fornitura di servizi all’Immigration and Customs Enforcement (ICE) degli Stati Uniti. I dipendenti avevano chiesto a Microsoft di porre fine a tale rapporto, ma i dirigenti avevano continuato a difendere il loro lavoro con il Governo degli Stati Uniti.