In Homefront corre l’anno 2027. Il mondo come lo conosciamo si è disgregato dopo 15 anni di catastrofe economica e un esteso conflitto globale che hanno esaurito le risorse naturali. Per primi sono caduti gli Stati Uniti: le infrastrutture sono andate in frantumi e l’esercito in pratica non esiste più. Paralizzati da un devastante attacco elettromagnetico, gli USA sono senza risorse per resistere alle forze di occupazione di una selvaggia Grande Repubblica Coreana – che ha superato le divisioni, riunendo Nord e Sud in un unico stato – pronta a usare il suo arsenale nucleare.
Sviluppato da Kaos Studios per THQ e in uscita entro il primo trimestre 2011 per PC, Xbox 360 e Playstation 3, Homefront è stato messo anostra disposizione per una prova in anteprima durante un recente evento stampa tenutosi a Milano. Abbiamo vissuto le emozioni del single player, giocando la prima metà del capitolo iniziale, ancora in versione pre-alpha.
L’obiettivo principale, come spiegato da Jeremy Greiner, sviluppatore di Kaos, è di competere con i migliori titoli in commercio per qualità del gameplay, scaraventando il giocatore nel vivo dell’azione. Senza dubbio, il titolo di riferimento è Call of Duty.
Quello che colpisce di Homefront è la profondità, ma anche la complessità, dell’ambientazione, un traguardo raggiunto grazie al lavoro di John Milius, cineasta americano conosciuto per la sceneggiatura di Apocalypse Now, per la regia della serie televisiva Roma e per Un mercoledì da leoni (non a caso, lo script di Homefront ha molte parti in comune con un altro suo film, Alba rossa, del 1984, in cui i cubani e i sovietici invadevano gli Stati Uniti).
Come tutto il gioco, anche le sequenze filmate sono in prima persona, regalando subito un forte impatto emotivo, a cominciare dall’inizio: dopo l’invasione coreana, il protagonista, l’ex pilota Jacobs viene catturato e caricato su di un bus, da cui assiste, inerme, attraverso le macerie urbane di Montuose, Colorado, a combattimenti, razzie, pestaggi e omicidi a sangue freddo.
Senza “spoilerare” tutto il gioco, come è immaginabile Jacobs riesce, a un certo punto, a liberarsi. Da quel momento, il suo obbiettivo principale, come ci è stato spiegato, diverrà quello di recuperare del carburante per rimettere in sesto l’ormai distrutta US Air Force, l’unica speranza rimasta agli americani.
Jacobs sarà, principalmente, affiancato da due ribelli, che lo aiuteranno nelle varie missioni, Connor e Boone, e da altri personaggi che si alterneranno nel corso della storia, con livelli d’interazione differenti. Proprio la collaborazione con i compagni sarà fondamentale per il completamento di ciascun livello.
A livello di gameplay, uno degli elementi che ci ha impressionato maggiormente è la possibilità di usare armi diverse, con differenze rilevanti e realistiche nel funzionamento (caricamento, puntamento, fuoco), nell’ambito di un’azione frenetica e incalzante. Il giocatore è da subito al centro dell’azione.
Tuttavia, non possiamo giudicare appieno l’esperienza di gioco, essendo Homefront ancora un codice non definitivo, affetto da ovvie lacune, una su tutte l’intelligenza artificiale, da completare, che spesso ha fatto sì che i nemici restassero tranquillamente esposti al nostro fuoco.
Di contro, il lavoro grafico è apparso a uno stadio piuttosto avanzato: sebbene sia ancora presto per sbilanciarci, l’ambientazione è parsa molto curata, con strutture complesse e dal dettaglio elevato, e dalla buona interazione (molti elementi sono distruttibili). Questo risultato è stato raggiunto tramite l’utilizzo dell’ormai ben noto Unreal Engine 3, ulteriormente affinato dai Kaos Studios.
A incrementare il coinvolgimento del giocatore, concorre anche una colonna sonora già matura, sempre presente e pronta a sottolineare puntualmente i momenti clou.
A conclusione della nostra prova sul campo, un breve colloquio con Jeremy Greiner ci ha dato conferma del fatto che la campagna single player di Homefront sarà allineata con gli sparatutto in prima persona usciti nell’ultimo periodo, attestandosi quindi sulle sei ore nella modalità più semplice.
Non ci resta che aspettare marzo 2011 per vedere la versione definitiva, che, date le premesse, si preannuncia particolarmente interessante.