In un campo fortemente competitivo quale quello dell’informatica, talvolta l’unione tra società può fare la differenza. Partendo da questo presupposto, Intel, HP, Yahoo e altre imprese attive nell’IT hanno stipulato un accordo per unire i loro sforzi nella ricerca di nuove soluzioni per il cloud computing. Una decisione considerevole che testimonia, ancora una volta, quanto la creazione di software e soluzioni tecnologiche per l’utilizzo in remoto di applicativi sia al centro dell’attenzione dei principali protagonisti dell’informatica.
Assieme ad alcuni atenei universitari statunitensi, di Singapore e della Germania, le società partecipanti al progetto svilupperano nuovi software e sistemi per la ricerca collaborativa. Sfruttando le potenzialità del cloud computing, i singoli centri potranno fare affidamento sulle enormi capacità di calcolo offerte dai dispositvi appositamente interconnessi per svolgere singole porzioni di calcolo e inviarne i risultati ai laboratori di ricerca. Il progetto, semplicemente chiamato “The HP, Intel and Yahoo Cloud Computing Test Bed”, sarà implementato con sistemi open source e permetterà la costruzione di alcuni centri di elaborazione dati in tutto il pianeta concepiti per promuovere una collaborazione aperta tra industria, università ed istituzioni.
La possibilità di svolgere calcoli in remoto, con macchine non presenti fisicamente nei laboratori di ricerca, consentirà di abbattere i costi per la gestione dei centri di calcolo, riducendo anche sensibilmente il tempo medio necessario per l’elaborazione dei dati. Per raggiungere tale obiettivo, nel corso dei prossimi mesi saranno resi operativi sei nuovi data center tra gli Stati Uniti, Singapore e la Germania. Ogni centro per l’elaborazione dei dati sarà equipaggiato con dispositivi forniti da HP e con i processori costruiti da Intel, mentre Yahoo si occuperà principalmente dell’implementazione dei linguaggi di programmazione. A seconda delle esigenze, i data center conterranno da 1.000 a 4.000 processori, equivalenti a un numero variabile di server compreso tra 125 e 500.
I sei centri di elaborazione dati, in alcuni casi già parzialmente funzionanti, forniranno la potenza di calcolo richiesta per processare grandi quantità di informazioni, solitamente necessarie per creare nuovi modelli matematici sull’andamento del clima, calcolare fattori di rischio o nuove soluzioni per la ricerca medica. Si tratta nel complesso di una risorsa importante per i ricercatori scientifici, sempre più impegnati nello studio di progetti estremamente complessi e ramificati che richiedono una grande capacità di calcolo per poter essere gestiti.
Nel comunicare la loro nuova iniziativa, Intel, HP e Yahoo si sono dichiarati disposti ad accogliere nel loro progetto nuovi soggetti interessati a sviluppare nuove soluzioni per il cloud computing. Le tre società hanno inoltre sottolineato la natura open source della loro impresa, ricordando come buona parte delle tecnologie impiegate nei data center saranno completamente aperte. Oltre a fornire una nuova risorsa ai centri di ricerca, istituzionali e industriali, le tre compagnie partecipanti al progetto avranno l’opportunità di mettere a punto nuovi sistemi per il cloud computing per possibili future applicazioni in ambito commerciale.