HP è pronta a fare il proprio esordio in grande stile nel mondo delle stampanti 3D. Sulla base di quanto annunciato dal CEO Meg Whitman, infatti, entro il mese di giugno il gruppo dovrebbe togliere i veli sui progetti in atto e portare sul mercato una soluzione propria in grado di far fare un salto di qualità al comparto.
Hewlett Packard è da tempo incuriosita sulla stampa 3D, ma fino ad ora non ha voluto scommetterci su in attesa che l’offerta maturasse e raggiungesse i suoi limiti naturali. Ora è venuto il momento di superare tali limiti e, con la forza degli investimenti di un gruppo quale HP, arrivare a un livello di efficienza e precisione di più alta caratura. L’offerta sarà inizialmente dedicata esclusivamente al mondo dei professionisti, ma in seguito è previsto un abbassamento dell’asticella per giungere alla distribuzione di stampanti 3D anche nelle case dell’utenza privata.
Secondo Meg Whitman sono 2 i difetti principali contro cui stanno combattendo le attuali soluzioni di mercato: la lentezza, in primis, poiché vieta la produzione in serie e la realizzazione rapida degli oggetti desiderati («è come guardare il ghiaccio sciogliersi»; in secondo luogo, la precisione: le superfici non sarebbero ancora definite quanto si vorrebbe, lontane da una perfezione che rappresenta l’ambizione di un gruppo di alto profilo. HP crede però di avere la soluzione in mano per entrambe le problematiche identificate e di poter dare un assaggio della propria tecnologia per la stampa in 3D entro poche settimane.
Studi IDC citati da PCWorld suggeriscono per il 2014 una crescita delle stampanti 3D pari al 67% rispetto al 2013: HP vuole pertanto cavalcare l’onda di un mercato in piena esplosione, nella consapevolezza del fatto che si va ormai ben oltre il semplice hobby e che le energie di scala stanno ormai aumentando considerevolmente. L’approdo di HP nel settore non può che velocizzare il processo in corso, portando ulteriore linfa a un settore che potrebbe presto ridefinire parte della catena costruttiva su talune categorie di prodotto: l’impatto della stampa 3D potrebbe essere ben più ampio di quanto non si possa immaginare, tirando dentro molti settori e costringendo a una ridefinizione di vecchie tassonomie e comuni regolamentazioni.