HP ha annunciato che la ristrutturazione aziendale in atto comporterà il taglio di 29.000 posti di lavoro entro il 2014, 2.000 in più rispetto al numero comunicato in precedenza. L’informazione è contenuta all’interno del report che le società quotate in Borsa sono obbligate ad inviare alla SEC (Securities and Exchange Commission), l’equivalente statunitense della nostra Consob. La cifra tiene conto anche dei pensionamenti anticipati del personale.
Hewlett Packard, il più grande produttore di computer al mondo, deve fronteggiare uno dei periodi più neri della sua storia, dovuto sopratutto alla crisi che ha colpito il settore dei PC, ormai quotidianamente fronteggiati nelle preferenze degli utenti da tablet e smartphone (sebbene non si avverta un vero e proprio calo nelle unità distribuite, la crescita si è però appiattita assieme ad un progressivo affievolirsi dei margini di guadagno).
Lo scorso mese di maggio, il CEO Meg Whitman aveva anticipato il taglio di 27.000 posti, pari a circa l’8% della forza lavoro totale, con l’obiettivo di reinvestire i 3-3,5 miliardi di dollari risparmiati in ricerca e sviluppo nei prossimi due anni. I numeri sono ora cambiati, non le prerogative della strategia in atto.
Secondo le intenzioni dell’azienda di palo Alto, il piano di ristrutturazione pluriennale permetterà di accelerare l’innovazione, semplificare i processi produttivi e fornire migliori risultati per dipendenti, consumatori e azionisti. Questa sembrerebbe l’unica opzione a disposizione per cercare di guadagnare quote di mercato e conservare le distanze dai concorrenti, in particolare Lenovo. Nel terzo trimestre 2012, le spese sostenute ammontano a 1,7 miliardi di dollari, mentre fino al termine dell’anno fiscale 2014, la riorganizzazione aziendale comporterà una spesa complessiva di 3,7 miliardi di dollari, di cui 3,3 miliardi legati alla riduzione della forza lavoro.
Attualmente HP possiede circa 350.000 dipendenti in tutto il mondo, ma nel corso degli anni questo numero è diminuito notevolmente. La riduzione di personale ha subito un’impennata dopo il fallimento del TouchPad, un tablet basato su webOS, sistema operativo sviluppato originariamente da Palm e ora distribuito con licenza open source. Ad ottobre 2011, sembrava quasi certo l’abbandono del mercato dei PC, ma il nuovo CEO ha confermato gli investimenti nel Personal Systems Group. E l’esito è da oggi sotto gli occhi di tutti con l’arrivo dei nuovi all-in-one progettati per Windows 8.
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