C’era un tempo in cui l’esplorazione del sottosuolo era fatta di semplici stime, molta esperienza, un pizzico di intuito e una buona dose di coraggio imprenditoriale: nel momento in cui un supercalcolatore entra a far parte degli asset di esplorazione Eni, il segno tangibile del tempo che cambia risuona invece con grande eco in tutto il settore. Il suo nome è HPC4 e rappresenta l’ennesimo slancio verso il futuro che il gruppo italiano innesta a partire dal Green Data Center di Ferrera Erbognone.
HPC4, il supercalcolatore
Quando Eni ha dato vita al Green Data Center ha descritto una vera e propria strategia che, già nel giro di pochi anni, ha restituito incredibili risultati. Il cane a sei zampe ha infatti scommesso sulla ricerca proprio negli anni in cui il prezzo del greggio crollava, innescando di fatto un nuovo modello di business: i risultati esplorativi raccolti nel frattempo, nonché la rapida messa in opera dell’estrazione rispetto ai tempi medi dell’industria negli anni antecedenti, hanno portato ad un gruppo che si trova in mano un aumento record delle estrazioni ed importanti asset ancora da spendere nella ricerca in tutto il mondo. Con il Green Data Center vedeva la luce HPC2, 3 Petaflop di potenza accompagnati dalle tecnologie di un datacenter con efficienza record: correva l’anno 2014.
Quattro anni dopo HPC2, HPC4 è il nuovo tassello di questo orizzonte, poiché il supercalcolatore è in grado addirittura di quadruplicare la potenza di calcolo attualmente disponibile trasformandola, così come descritto dal gruppo del cane a sei zampe, nella “più potente al mondo a livello industriale”.
HPC4 ha infatti una performance di picco pari a 18,6 Petaflop che, associata a quella del sistema di supercalcolo già operativo (HPC3), porta l’intera infrastruttura a raggiungere una disponibilità di potenza di picco pari 22,4 Petaflop, vale a dire 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo.
Secondo quanto illustrato, HPC4 è oggi tra i primi 10 supercomputer al mondo e primo in assoluto “tra quelli non governativi e non istituzionali”: «L’architettura del nuovo supercalcolatore HPC4 è stata concepita con la stessa filosofia delle precedenti, tutte basate su una tecnologia cluster ibrida. […] HPC4 è fornito da Hewlett Packard Enterprise (HPE) ed è costituito da 1.600 nodi HPE ProLiant DL380, ognuno costituito da 2 processori Intel 24-core Skylake (per un totale di oltre 76,000 cores) e 2 acceleratori GPU NVIDIA Tesla P100. I nodi sono connessi attraverso una rete ad alta velocità EDR Infiniband. Il sistema HPC4 sarà affiancato da un sistema di archiviazione di 15 Petabytes ad alte prestazioni».
Asset strategico
Claudio Descalzi, attuale amministratore delegato Eni, plaude all’investimento effettuato poiché consente di alzare l’asticella nel contesto di un periodo caratterizzato dai grandi successi conseguiti nell’esplorazione (a partire da Zohr, il grande bacino di gas scoperto nel Mediterraneo e recentemente inaugurato in tempo record).
Su HPC4 gireranno algoritmi proprietari con cui Eni porta avanti la propria attività di ricerca, incidendo in modo diretto sulle previsioni di investimento e sulle successive capacità di monetizzazione. Il rischio correlato alla ricerca è infatti elevatissimo: grandi investimenti possono facilmente andare in fumo se a monte non vi sono le necessarie competenze e la necessaria organizzazione. Eni è oggi tutto questo, arrivando così a grandi partnership che permettono di monetizzare le risorse scoperte in anticipo rispetto ai tempi ed ai rischi connessi ad estrazione, raffinazione e distribuzione.
Così Descalzi: «Possiamo elaborare e stoccare enormi quantità di dati per l’imaging geofisico, la modellizzazione di sistemi petroliferi e di giacimento e altresì utilizzare algoritmi predittivi e di cognitive computing per tutte le nostre attività di business .Queste tecnologie ci consentono da una lato di accelerare e rendere più efficiente e accurato l’intero processo upstream, riducendo i rischi nella fase esplorativa e guadagnando al contempo un notevole vantaggio tecnologico, ma anche di aumentare il livello di affidabilità, integrità tecnica e continuità operativa di tutti i nostri impianti, con benefici sia in termini di sicurezza che di impatto ambientale».
Perché l’innovazione è asset: questa la strada intrapresa ormai da anni, e HPC4 altro non rappresenta se non un rialzo della posta, evidentemente nella consapevolezza di avere in mano le carte giuste.