HTC HD7: l'Antennagate colpisce ancora

Così come l'Antennagate colse in fallo l'iPhone 4, ora il problema sembra coinvolgere anche l'HTC HD7 con Windows Phone 7
HTC HD7: l'Antennagate colpisce ancora
Così come l'Antennagate colse in fallo l'iPhone 4, ora il problema sembra coinvolgere anche l'HTC HD7 con Windows Phone 7

I problemi all’antenna sembrano non essere più una esclusiva Apple. Dopo il clamore suscitato dal caso Antennagate in seguito al lancio di iPhone 4, il termine “death grip” torna nuovamente in circolazione. Ad essere coinvolti non sono però i dispositivi della Mela, quanto quelli targati HTC: la storia si ripete, insomma, ma cambia capro espiatorio.

In particolare, a soffrire di problemi di ricezione a seguito di un’impugnatura naturale è il modello HD7, uno dei terminali di punta della linea del colosso taiwanese, basato sul sistema operativo Windows Phone 7. Cambia smartphone, ma il risultato è lo stesso: chiudendo la mano attorno al dispositivo durante una chiamata il segnale inizia a calare, a causa dell’interferenza del corpo umano con il campo elettromagnetico presente nei pressi dell’antenna. Un video pubblicato su YouTube testimonia l’effettiva presenza del problema.

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HTC è dunque scesa immediatamente in campo, difendendo il proprio dispositivo dalle accuse di un nuovo caso Antennagate. «È inevitabile che la potenza del segnale diminuisca leggermente quando il cellulare è interamente coperto dal palmo della mano o dalle dita» spiega un portavoce del gruppo. «Testiamo accuratamente tutti i nostri telefoni e confidiamo che in circostanze normali la ricezione del segnale e le performance siano più che sufficienti per eseguire ogni operazione, a patto che la copertura della rete sia adeguata».

La vicenda porterà sicuramente un sorriso sulle labbra di Steve Jobs, che più volte ha provato a giustificare i problemi dell’iPhone 4 attribuendoli ad un problema comune di tutti i produttori, che in alcuni casi risulta maggiormente visibile a causa di determinate scelte di design. L’episodio dunque conferma la tesi del guru di Cupertino, mentre gli addetti del gruppo taiwanese sperano che non non venga sollevato un nuovo polverone come accaduto alcuni mesi fa con la quarta edizione del “melafonino”: la class action potrebbe essere dietro l’angolo.

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