Un comunicato a distanza di giorni, con la forza della storia e delle immagini chiamate a testimoniare in favore della difesa: così il gruppo HTC ha preso posizione ufficiale contro la denuncia Apple relativa alla violazione di due brevetti: «HTC Corporation afferma il proprio disaccordo con le azioni legali di Apple e ribadisce il proprio impegno per la creazione di un portfoglio di smartphone innovativi che offra ai consumatori una varietà di scelte. Fondata nel 1997 con la passione per l’innovazione e con una precisa visione sul modo in cui gli smartphone possono cambiare la vita della gente, HTC ha continuamente spinto questa idea introducendo continuamente premiati smartphone».
Peter Chou, CEO del gruppo, ha quindi promesso battaglia: «HTC non accetta le azioni Apple e si difenderà strenuamente. HTC difende con forza la protezione della proprietà intellettuale e continuerà a rispettare altri innovatori e le loro tecnologie come abbiamo sempre fatto, ma continueremo a competere attraverso la nostra innovazione come scelta sana per offrire ai consumatori la migliore esperienza mobile possibile&aquo;. Chou ripercorre così la storia del gruppo, partendo dai primi XDA del 1999, passando per il T-Mobile Pocket PC Phone Edition del 2002 (nell’immagine sottostante, un piccolo gioiello per l’epoca) e potendo snocciolare altre tecnologie quali il primo smartphone gesture-based (Giugno 2007), il primo smartphone Android (Ottobre 2008) e il primo smartphone 4G Wimax (Novembre 2008).
T-Mobile Pocket PC Phone Edition (HTC, 2002)
La denuncia Apple risale ai primi giorni di Marzo, quando Steve Jobs scendeva in campo in prima persona tuonando: «possiamo sederci e guardare i nostri rivali rubare le nostre invenzioni brevettate, oppure possiamo fare qualcosa per reagire. Abbiamo deciso di fare qualcosa. Pensiamo che la competizione sia salutare, ma i competitor devono creare la propria tecnologia, non rubare la nostra». Nella documentazione presentata presso la Corte Distrettuale del Delaware v’è una denuncia che punta su brevetti tutelanti tecnologie touchscreen, interfacce, metodi di gestione dei chip, interazione con il software ed altro ancora.
Difficilmente a spaventare Apple v’è il Nexus One (il cellulare ha venduto poco ed è lontano dagli standard dell’iPhone), ma la denuncia potrebbe comunque essere una mossa preventiva volta a tarpare le ali ad un gruppo che trae la propria linfa dalle soluzioni rivali alla piattaforma di Cupertino.