Dopo le accuse di Apple, che aveva indicato in HTC il colpevole della violazione di alcuni brevetti di sua proprietà, e l’ingresso di Google nella querelle, da posizione alquanto defilata a dire il vero, ecco arrivare le prime repliche “dell’imputato”.
La risposta arriva tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul sito del gruppo, un comunicato in cui HTC ripercorre idealmente tutti i punti più importanti della propria storia, sottolineando come il filo conduttore del proprio operato sia stato, da sempre, legato all’innovazione e non alla copia di quanto già disponibile sul mercato.
Una difesa forte del proprio ruolo sul mercato e soprattutto un deciso respingimento delle accuse, come si capisce dalle parole pronunciate da Peter Chou, Chief Executive Officer di HTC Corporation:
HTC non è d’accordo con le azioni di Apple e si difenderà completamente. HTC sostiene con convinzione la tutela della proprietà intellettuale e continuerà a rispettare gli altri innovatori e le loro tecnologie, come abbiamo sempre fatto, ma noi continueremo ad affrontare la concorrenza attraverso la nostra capacità di innovazione vista come un modo sano, per i consumatori, per ottenere la migliore esperienza possibile di telefonia mobile.
Quindi il comunicato prosegue sciorinando uno dopo l’altro, anno dopo anno, tutti i prodotti che hanno portato innovazione sul mercato, prodotti che, ci tengono a far sapere da HTC, non sono mai stati copiati da altri, né in tutto né in parte.
Dopo questa replica si capisce che l’azienda è fortemente decisa a difendersi e a rifiutare l’accusa di essersi appropriata di tecnologie non sue. La parola adesso passa ad Apple, anche se, in questa vicenda a tre, potrebbe avere da dire qualcosa anche Google.