Anche se il governo statunitense ha concesso una licenza temporanea di 90 giorni, Huawei non ha nessuna certezza che il ban venga rimosso dopo il 19 agosto. Secondo varie fonti, il produttore cinese potrebbe annunciare il suo sistema operativo nel corso dell’autunno, se Google non consentirà più l’uso di Android e l’accesso al Play Store.
In seguito all’ordine esecutivo firmato da Donald Trump e all’inserimento nella blacklist, Huawei non potrà installare la versione di Android fornita da Google, ma solo quella open source (AOSP), ovvero senza Play Store, Play Services e le famose GApps, come già avviene in Cina. Lo sviluppo di un sistema operativo alternativo è stata avviato da tempo e ora sembra arrivato il momento di lanciarlo sul mercato. Ciò dovrebbe avvenire entro l’autunno, forse con la serie Mate 30, o al massimo all’inizio del 2020 con la serie P40.
Non è tuttavia chiaro se verrà utilizzato il codice di Android Open Source Project. Il CEO Richard Yu ha comunque garantito il supporto nativo per le attuali app Android. Ma per avere un incremento di prestazioni sarà necessario ricompilare il codice. Le app verranno sicuramente pubblicate su AppGallery, lo store alternativo di Huawei. Il sistema operativo proprietario dovrebbe essere installato anche su tablet, indossabili, TV e computer (Microsoft potrebbe togliere la licenza di Windows 10).
Per ridurre la dipendenza da Google, Huawei aveva già tentato di convincere gli sviluppatori a realizzare app per il suo store, fornendo anche un tool per la modifica delle app pubblicate sul Play Store. Erano stati inoltre avviati contatti con gli operatori telefonici europei per convincerli ad installare AppGallery sui loro smartphone. C’è solo un problema: oltre alle app Google, gli utenti non troveranno probabilmente Facebook, Twitter, WhatsApp, Instagram e Messenger, in quanto sviluppate da aziende statunitensi. Chi acquisterà uno smartphone senza avere accesso alle app più popolari?
Infine c’è un piccolo giallo. Ieri è stata annunciata la nuova serie Honor 20 durante un evento organizzato a Londra. Sembra che Honor 20 Pro non abbia ancora ottenuto da Google la licenza per Android e quindi lo smartphone non è stato dato ai giornalisti per i consueti hands-on.