«Abbiamo solo un piano A». Questa frase, pronunciata dal Presidente della divisione smartphone Kevin Ho durante un’intervista rilasciata a Yahoo Finance, chiarisce che Android verrà utilizzato anche sui futuri dispositivi di Huawei. Ren Zhengfei, fondatore e CEO dell’azienda di Shenzhen, ha invece ribadito che gli Stati Uniti non hanno nessuna prova sulla collaborazione tra Huawei e il governo cinese.
Circa due mesi fa, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva inserito Huawei nella Entity List, quindi le aziende statunitensi non possono avere scambi commerciali con il produttore cinese. Successivamente è stato concesso un permesso temporaneo di 90 giorni, durante i quali le aziende possono continuare a fornire supporto ai dispositivi esistenti, inclusi gli aggiornamenti per Android. Non è chiaro però cosa succederà al termine di questo periodo. Kevin Ho ha dichiarato che Google ha chiesto una licenza per poter esportare il suo sistema operativo. Se verrà rilasciata, Android potrà essere installato sui futuri smartphone, a partire dalla serie Mate 30.
Al momento Huawei ha solo un piano A, ovvero il lancio di nuovi prodotti con il sistema operativo Google. Il cosiddetto piano B prevede il lancio di HongMeng OS, ma non si tratta di un’alternativa ad Android, in quanto progettato specificamente per smart TV, IoT e veicoli a guida autonoma. Il CEO ha confermato che lo sviluppo di un sistema operativo proprietario verrà preso in considerazione solo se Android non sarà più disponibile.
Nelle settimane successive al ban, le vendite di smartphone sono diminuite fino al 40% in alcuni mercati, ma Huawei prevede comunque un incremento del 20% rispetto all’anno scorso. Il CEO ha tuttavia confermato i licenziamenti in Futurewei, la sussidiaria statunitense che si occupa di ricerca e sviluppo.
Il fondatore del gigante asiatico ha dichiarato che Huawei non aveva previsto il ban, sottolineando però che la produzione non verrà fermata nemmeno per un giorno. L’azienda non ha bisogno dei fornitori statunitensi, anzi sono gli Stati Uniti che non possono fare a meno delle tecnologie di Huawei, soprattutto quelle relative al 5G. Durante l’intervista, Ren Zhengfei ha ribadito che Huawei non ha nessun legame con il governo cinese e dunque non rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, come vuole fare credere l’amministrazione Trump.