La mano pesante delle agenzie di sicurezza e governi europei è ormai ben tesa su Huawei. Dopo le pressioni del governo statunitense, i principali alleati, Italia compresa, hanno cominciato a prendere posizione contro la possibilità di affidare parte dell’infrastruttura della nascente rete 5G a Huawei e ZTE, per i conosciuti timori sulla possibilità di monitoraggio e spionaggio globale ad opera di Pechino, supportata proprio dalle due superpotenze cinesi.
Da parte sua, Huawei sta cercando di difendersi in tutti i modi e non solo a parole. L’ultima mossa è confutare le accuse di spionaggio confermate dal governo del Regno Unito. Per questo, la compagnia di Shenzen, in una lettera aperta di cinque pagine inviata al parlamento britannico, ha confutato passo dopo passo quanto affermato in terra d’Albione. Nel documento, inviato al Comitato per la scienza e la tecnologia, il presidente della divisione Operatori di Huawei, Ryan Ding, ha sottolineato gli investimenti che la compagnia ha fatto negli ultimi cinque anni, confermando il ruolo nella costruzione di una rete a “banda larga e infrastruttura wireless” del paese.
Tuttavia, il Regno Unito punta su un fatto: un report del 2018 in cui ha individuato carenze critiche nelle apparecchiature Huawei, tali da rappresentare un potenziale rischio per la sicurezza dell’infrastruttura nazionale. Ding ha respinto con forza le affermazioni secondo cui i kit 5G della società potrebbero essere utilizzati per spionaggio, notando che anche a livello di business al questione, una volta scoperta, avrebbe sotterrato la multinazionale al di fuori della Cina.
I governi di alcuni paesi hanno etichettato Huawei come una minaccia per la sicurezza, ma non hanno mai provato queste affermazioni con solide prove: per noi parlano il sostegno e la fiducia dei nostri clienti in tutto il mondo. Huawei non ha mai e non utilizzerà mai hardware, software o informazioni raccolte in tutto il mondo per aiutare gli altri paesi a sfruttare tali informazioni: se mai Huawei avesse intrapreso comportamenti malevoli, non sarebbe passato inosservata, e avrebbe distrutto sicuramente i nostri affari.
Tuttavia, Ding ammette che c’è qualche margine di miglioramento in alcuni dei processi di business. L’azienda si è già messa all’opera per integrare la sicurezza nella sua filiera e ha deciso di investire 2 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per implementare ancora più la sicurezza ma saranno necessari dai tre ai cinque anni per produrre i risultati desiderati.
Migliorare le nostre capacità di ingegneria del software è come sostituire i componenti di un treno ad alta velocità in movimento – ha affermato Ding – è un processo complicato e ci vorranno almeno dai tre ai cinque anni per vedere risultati tangibili. Speriamo che il governo del Regno Unito possa capirlo.