Nonostante la promessa di Trump, Huawei rimane ancora nella cosiddetta Entity List. La licenza temporanea concessa dal Dipartimento del Commercio scade oggi, ma potrebbe essere prorogata di altri 90 giorni. Nelle prossime ore dovrebbe arrivare una conferma ufficiale da parte del governo statunitense.
In seguito alla guerra commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina, Huawei è stato incluso tra i produttori che non possono acquistare hardware e software dalle aziende statunitensi. Diversi chipmaker avevano interrotto la vendita di processori, mentre Google aveva sospeso il rilascio della certificazione Android. L’amministrazione Trump aveva tuttavia concesso una licenza temporanea di tre mesi per evitare problemi ai clienti di Huawei e consentire di cercare altri fornitori. La cosiddetta “temporary general license” potrebbe essere estesa di altri 90 giorni.
Ciò permetterebbe al produttore cinese di fornire assistenza per le esistenti infrastrutture di rete e di distribuire gli aggiornamenti Android per i dispositivi già in commercio. Un fonte di Reuters afferma che la situazione è stata discussa nel weekend tra i Presidenti di Stati Uniti e Cina, quindi la decisione dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Il governo statunitense ritiene comunque Huawei un pericolo per la sicurezza nazionale, nonostante le numerose smentite del produttore cinese.
Molte aziende statunitensi hanno richiesto una licenza speciale per vendere prodotti a Huawei. Il gigante cinese ha acquistato nel 2018 componenti per oltre 70 miliardi di dollari, 11 dei quali finiti nelle casse di Intel, Qualcomm e Micron. È evidente che il ban rappresenti un danno economico per gli Stati Uniti e potrebbe avere conseguenze in termini di occupazione.
Huawei ha intanto annunciato il suo sistema operativo HarmonyOS che verrà installato su smartphone e tablet, se Google non potrà più rilasciare la licenza Android.
Aggiornamento: Wilbur Ross, Segretario al Commercio degli Stati Uniti, ha comunicato che la licenza temporanea è stata estesa fino al 18 novembre per consentire alle aziende statunitensi (clienti di Huawei) di trovare fornitori alternativi. Alla cosiddetta Entity List sono state aggiunte altre 46 sussidiarie di Huawei (per un totale superiore a 100), tra cui quelle che operano in Italia.