Huawei, che gestisce svariati centinaia di chilometri di cavi sottomarini per la connessione digitale del mondo starebbe per vendere parte del suo cablato. Pare infatti che Hengton Optic-Electric Co Ltd abbia stipulato un accordo provvisorio per l’acquisto del 51% di Huawei Marine Systems Co Ltd il 31 maggio, anche se i dettagli finanziari non sono stati divulgati.
Nonostante si pensi il contrario, la stragrande maggioranza del traffico delle telecomunicazioni non proviene dai satelliti ma da enormi tubi sottomarini, che collegano i continenti. Huawei Marine ha iniziato il suo lavoro di ammodernamento dei cavi nel 2008, come joint venture della società britannica Global Marine, che detiene ancora una partecipazione di minoranza nel business. Durante i suoi 11 anni, ha coperto 31 mila miglia di cavi, tra cui uno fondamentale tra Africa e Sud America, completato lo scorso anno.
Resta inteso che la mossa, anche questa, pur se non ufficializzata, è un ulteriore risultato dei timori provenienti dagli Stati Uniti, che anche le comunicazioni telematiche possano cadere nel contenitore di monitoraggio di Pechino, mai appurato e verificato concretamente. Sebbene la cessione a terzi sia destinata a risolvere i problemi, c’è da ricordare che la cinese Huawei venderebbe la maggioranza ad un’altra cinese, Hengton. Dunque cosa cambierà? Tecnicamente niente, vista la possibilità comunque di un intervento della Cina ma eticamente tanto, data la guerra che Washington sta portando avanti contro un marchio ben preciso.
Hengtong ha basi anche in Sud America, così come una co-venture per la fibra ottica negli States, ma il quartier generale resta in Oriente. Huawei, essendo Huawei, comunicherà presto qualcosa, probabilmente un altro “non ne sappiamo niente” o “non commentiamo”. Eppure molto del suo business si sta sgretolando, sotto i colpi del tycoon.