Huawei ha trovato una boccata d’ossigeno, alquanto improbabile, nella democratissima Russia. La compagnia ha infatti firmato un accordo con il provider di rete nazionale MTS per l’implementazione dell’infrastruttura 5G del paese dal prossimo anno.
Il presidente di Huawei, Guo Ping e il capo di MTS, Alexei Kornya, hanno chiuso la partnership a margine dell’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader cinese Xi Jinping, che si è svolto mercoledì. L’accordo vedrà, secondo quanto ufficializzato da MTS, che ha un monte di 78 milioni di clienti in Russia: “lo sviluppo delle tecnologie 5G e il lancio pilota di reti di quinta generazione nel biennio 2019-2020”. Non sorprende il fatto che Huawei stia trovando un area favorevole in quel di Mosca. Sia la compagnia di Shenzen che MTS hanno un rapporto teso con gli Stati Uniti, con l’accusa per entrambe di operare a stretto contatto dei rispettivi governi, contro la grande potenza americana.
Anche se Huawei è finita in una lista nera che vieta alle aziende statunitensi di stringere affari con la società, diversi soggetti hanno rimesso in piedi i contati con l’azienda, dopo un primo diniego. Tra questi la WiFi Association, Bluetooth SIG e la SD Association. Ovviamente resta defilata Google, anche se un minimo di scioglimento vi è stato con la reintegrazione del Mate 20 Pro tra i terminali supportati a ricevere le beta di Android Q.
Anche diversi paesi europei, tra cui il Regno Unito, sembrano ben disposti verso un’apertura. In terra d’Albione, tra l’altro, potrebbe verificarsi la possibilità di consentire a Huawei di fornire attrezzature per parti “non core” dell’infrastruttura 5G, anche se una decisione finale in merito non è ancora stata presa.