E’ il momento di Hulu: la NBC annuncia che vuole mandare i primi episodi delle sue nuove serie in anteprima su quella che ormai è la principale destinazione per lo streaming legale di molti canali televisivi e studi cinematografici americani e anche indagini fatte sul traffico della rete mostrano come nell’ultimo anno i contenuti in streaming siano salendo sempre di più a scapito di quelli in Peer to Peer (questo ovviamente proprio grazie a servizi come iPlayer e Hulu).
E proprio nel momento di Hulu arriva un’altra indagine, stavolta targata TechCrunch, che mostra come anche dal punto di vista commerciale Hulu sia la vera miniera e non tanto YouTube (nonostante l’incredibile sproporzione di utenti). Cosa che per estensioni dimostra ciò che si dice da tempo, cioè che i contenuti generati dagli utenti non generano soldi mentre quelli televisivi o comunque di alto profilo lo fanno indipendentemente da dove li metti.
Ma anzitutto le cifre: YouTube manda online il 34% di tutti i video in streaming della rete e il secondo (MySpace TV) ha solo il 6,4% del totale).Hulu è ancora più sotto a causa del catalogo infinitamente più ristretto e soprattutto per la disponibilità riservata unicamente agli Stati Uniti D’America e si attesta sullo 0,7% del totale dei video fruiti in streaming in rete. Detto in altri termini e con altre cifre mentre Hulu nel solo maggio 2008 ha mandato in streaming 88 milioni di video YouTube ne ha mandati 4,2 miliardi.
Ma nonostante il confronto impari, i pochissimi video mandati da Hulu sono praticamente tutti monetizzabili, cioè contenendo contenuti “affidabili” (nel senso che gli investitori sanno di cosa si tratta, sanno chi li guarderà e che tipo di target è) i video di Hulu hanno spazi pubblicitari che vanno a ruba o nel peggiore dei casi semplicemente si vendono bene.
Per YouTube non è così, non è mai stato così e questo è il principale problema. La pubblicità contestuale è un conto (ma non rende troppo) e quella nei video non decolla anche perchè nessnuo si fida di video che non si possono controllare, che sono creati dagli utenti e che potrebbero contenere di tutto. Dunque alla fine il sito di videosharing di Google monetizza solo il 3% di tutti i video che manda, cioè 126 milioni di video al mese, poco più di Hulu.
Il risultato è che Hulu nel primo anno ha raggranellato 90 milioni di dollari in guadagni contro i 200 milioni di YouTube cosa che, considerate le spese di banda (YouTube per tutto il mondo e Hulu per la sola america), porta i profitti delle due compagnie a numeri non troppo distanti. E Hulu esiste da un anno solo.
Ah! E Hulu non ha problemi giudiziari di copyright, non sta in tribunale ogni due giorni, e quindi non spende soldi in avvocati (e che siano anche bravi!).
Come ricorda TechCrunch, Hulu non sarà mai grande come YouTube e forse nemmeno gli conviene.