Da poco online nella sua veste ufficiale, Hunch è un innovativo “sistema decisionale” o “motore decisionale”. Potremmo infatti chiamarlo così questo nuovo progetto che vede tra i suoi fondatori Caterina Fake, una dei creatori di Flickr, il noto sito di condivisione di immagini.
L’idea alla base di questo progetto è semplice: è quella di fornire risposte e dispensare consigli agli utenti che si rivolgono ad Hunch. Risposte che non saranno ovviamente date a caso, ma ponderate per quanto possibile e “a misura” per ogni singolo utente.
Per arrivare a questo Hunch deve però prima conoscere l’utente, sapere che tipo di personalità ha, cosa gli piace, come la pensa in politica, come la pensa sulle più importanti questioni morali, dove vive, quali sono i suoi hobby e molto altro.
Un miriade di dati che verranno poi catalogati nel database di Hunch e “relazionati” con i dati degli altri utenti, al fine di suddividere in categorie più o meno inquadrate i diversi profili personali.
Un sistema che, come dicevamo, si pone l’obiettivo, a dire il vero parecchio ambizioso ma di certo interessante, di fornire risposte aderenti e “corrette” in relazione a quelli che sono i nostri gusti e le nostre preferenze, anche quelle “inconsce”. Un ruolo di importante utilità, sempre che il sistema funzionerà.
Secondo i creatori, le risposte di Hunch saranno tanto più efficaci e attendibili quanto più saranno le domande cui risponderemo e tanto maggiore sarà il numero di utenti di cui il database raccoglierà i dati.
Un aspetto, questo della raccolta dati, sempre sensibile per quanto riguarda la sicurezza in rete. Non sono pochi i dubbi di alcuni esperti di diritto che temono l’uso di questi dati per fini commerciali, sebbene va detto che le note informative di Hunch informano chiaramente che nessuna di queste informazioni verrà data ad altre società. Inoltre sarà data all’utente la facoltà di modificare o eliminare anche tutti quanti i dati forniti al sistema.
Un’idea curiosa, che se riuscirà a sfondare potrebbe veramente diventare un “fenomeno di massa” alla stregua dei social network e simili, anche perché in fondo, l’obiettivo di quello che potrebbe sembrare un motore di ricerca particolare (cosa che non è), è proprio quello di aggregare utenti, o meglio di aggregare “personalità”.