Se anche un importante fondo di verità possa effettivamente essere dimostrabile (ma anche contestabile), affibiare la colpa dei propri problemi a Bill Gates è quantomeno una piccola caduta di stile, se non proprio una sorta di comodo partito preso. L’attacco a Microsoft questa volta arriva da David Hyatt, la mente di Safari.
Hyatt affonda la propria critica tramite il personale weblog: Internet Explorer sarebbe troppo permissivo nei confronti degli errori perpetrati da codici scritti malamente, e per assecondare tale abitudine tutti gli altri browser (semplici presenze in un panorama quasi-monopolitico ove il 94.8% del traffico web è generato su browser IE) devono pagare pegno con errori e problemi vari. Fattore scatenante della polemica creata dal padre di Safari è il continuo ricevere di segnalazioni di bug che in realtà bug non sono.
Secondo Hyatt, infatti, la mancata rigorosità di interpretazione del codice da parte di Internet Explorer crea negli utenti un eccessivo lassismo. Tutto ciò concretizza una tendenziale disattenzione alle regole formali del codice ed in tale spazio di aleatorietà vengono a crearsi i problemi dei piccoli browser. Per questo, sottolinea con velo provocatorio Hyatt, Safari si sta attivando nel tentativo di emulare Internet Explorer, giocoforza lepre del settore e termine ultimo di paragone.