Lo StartupBus arriva ad Aachen: terza tappa del viaggio che ci dà il benvenuto con una splendida giornata di sole. Prima osservazione che mi ritrovo a fare: “Tutto ciò che mi ero immaginata prima di salire a bordo era sbagliato.”
Ebbene si, prima di mettere piede sui gradini di questo enorme bus che ci avrebbe portato a spasso per l’Europa, mi aspettavo di incontrare ventidue ragazzi preparati ma che ero convinta – data la giovane età – si sarebbero giocati una delle loro prime opportunità. Nulla di più sbagliato!
Ragazzi di ventidue anni già proprietari di aziende, persone con un curriculum che non ha nulla da invidiare a professionisti del settore e gente con qualche annetto in più che si è rimessa in gioco.
Le ore di sonno sono poche, i chilometri da percorrere sono oltre duemila ma loro sembrano non accorgersene. I minuti trascorrono senza che nessuno di loro getti la spugna. Il gruppo trascorre quindici ore al giorno davanti al computer per sviluppare, disegnare e creare business plan vincenti, eppure non accusano la stanchezza. La spiegazione che mi sono data, dopo aver accumulato meno di dieci ore di sonno in tre notti (pur sempre più di loro), è che il motore dei nostri buspreneurs sia la passione per il loro progetto e la fiducia nel proprio team.
Tutte e quattro le squadre hanno un leader che deve coordinare il progetto, rappresentare la stessa ed essere il serbatoio di stimolo per il gruppo. Ognuno di loro, però, lo fa in modo diverso: c’è chi è più grande e sfoggia un atteggiamento più paternalistico, c’è chi pensa che per mantenere alto l’entusiasmo ci sia bisogno di allegria e li inonda di battute, c’è chi non si impone e lascia al team i propri spazi e chi è più severo. Ogni metodo è diverso ma nessuno è sbagliato, in ogni squadra si sono create dinamiche perfette e ciascun ragazzo si è guadagnato un ruolo.
Avendo circa la stessa età loro, mi ritrovo spesso a parlarci e a confrontarmi con questi instancabili ragazzi. Sono agitati perché tra poche ore arriveremo ad Amsterdam, la sfida Italia – Germania avrà inizio e una sola squadra salirà sul podio, ricevendo, chissà la prima soddisfazione del viaggio. La pressione e la mancanza di tempo li spronano a fare del loro meglio, non c’è tempo per cedimenti né momenti di crisi. Ragazzi in gamba, capaci, che si sfidano per un sogno.
La concretezza è un’altra delle loro caratteristiche, hanno tutti i piedi per terra. Ho chiesto a molti di loro cosa si aspettassero da questa esperienza e le loro risposte sono state: creare contatti, imparare molto e mettersi in gioco. All’inizio li ho spronati a viaggiare con la fantasia, poichè penso che pensare in positivo aiuti a raggiungere il proprio obiettivo, poi mi hanno fatto ricredere dicendomi che è giusto essere ottimisti, ma bisogna affrontare i propri sogni passo dopo passo, senza correre.
Ciascuno di noi sta imparando tanto e si sta confrontando con i propri compagni. L’esperienza di StartupBus li segnerà sicuramente, una grande opportunità che stanno cogliendo nel modo giusto: un’opportunità che indubbiamente custodiranno gelosi nel loro bagaglio di esperienze.