I canali via cavo non stanno a guardare

Con il Project Canoe 6 grandi operatori del settore della tv via cavo statunitense si riuniscono per sviluppare un sistema di programmazione pubblicitaria più efficace che gli consenta di non dover dipendere in un futuro dai colossi della rete come Google
I canali via cavo non stanno a guardare
Con il Project Canoe 6 grandi operatori del settore della tv via cavo statunitense si riuniscono per sviluppare un sistema di programmazione pubblicitaria più efficace che gli consenta di non dover dipendere in un futuro dai colossi della rete come Google

Le grandi sorelle dell’editoria televisiva via cavo statunitense hanno deciso di riunirsi in un grande consorzio, battezzato Project Canoe, per cominciare a tutelare i propri interessi nel campo della pubblicità in video e migliorare il targeting senza dover aspettare e poi dipendere da colossi come Google.

Sono infatti le grandi aziende della rete come il gigante di Mountain View che al momento sperimentano le forme più efficaci di advertising, anche in video, e le grandi aziende del campo della televisione non sembrano avere intenzione di dover dipendere da nessun altro per il loro business dell’immediato futuro. Del resto al momento già è così con le sei sorelle che controllano il 90% del video consumato negli Stati Uniti (il 7 percento è video digitale e il 2% è video online).

Così Time Warner, Cablevision, Cox Communications, Charter Communications e Bright House Networks, capitanati da Comcast (promotore e gestore del consorzio) si incontrano ora su base mensile per prendere decisioni e finanziare ricerca e sviluppo su nuove forme di pubblicità per il video. L’obiettivo ultimo è quello di trovare un sistema da utilizzare attraverso tutte le sei diverse piattaforme che sia meno invasivo, meglio ritagliato per il consumatore e a prova di futuro.

Nonostante nessuno voglia ancora metterci ufficialmente la faccia (poichè troppe volte cose simili sono state promesse senza che poi si arrivasse ad un risultato), il progetto Canoe potrà godere di un fondo di 150 milioni di dollari e di una capacità di raccolta di dati sugli spettatori imparagonabili a quelli che possono raccogliere le net company, specialmente a partire dai set top box installati nelle case.

L’obiettivo dichiarato è far passare l’industria dei contenuti veicolati via cavo da un reddito di 5 miliardi di dollari l’anno ad uno di 15 miliardi l’anno, senza necessariamente aumentare la base di spettatori (quella è una parte che spetta a chi fornisce contenuti), ma migliorando il business della pubblicità.

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