Se l’attuale generazione di smartphone è in grado di riconoscere istruzioni vocali grazie ad appositi sistemi software come Siri o Google Now, quelli della prossima potrebbero invece essere capaci di farlo non solo durante l’utilizzo del dispositivo, ma anche qualora siano in modalità standby. Diverse tecnologie sono infatti in fase di sviluppo, con tante aziende pronte a lanciare sul mercato soluzioni differenti per trasformare gli smartphone, ma non solo, in assistenti personali maggiormente indipendenti.
Nei giorni scorsi, ad esempio, Qualcomm ha presentato un chip contenente un’interessante feature che rende i dispositivi che lo montano capaci di ascoltare input vocali in qualsiasi momento, anche quando il device non è attivo. Così facendo, quindi, il terminale può fornire informazioni all’utente in qualsiasi istante, senza la necessità di attivare lo schermo ed eventualmente eseguire un’app per il riconoscimento vocale.
Tutto funzionerà quindi in background, consentendo così all’utente di chiedere informazioni al dispositivo senza l’ausilio delle mani. Una tecnologia, questa, simile a quella annunciata da Sensory, denominata TrulyHandsfree Voice Control ed orientata proprio al controllo di dispositivi elettronici esclusivamente con l’ausilio della voce. I vantaggi di una simile soluzione sarebbero molteplici, dalla possibilità di svolgere attività diverse nello stesso istante ottenendo in ogni caso la collaborazione del proprio smartphone, ad una maggiore sicurezza durante la guida, potendo chiedere indicazioni ed informazioni di ogni genere senza distogliere lo sguardo dalla strada e senza rimuovere le mani dal volante.
Potendo funzionare in standby, tuttavia, la tecnologia per il riconoscimento vocale potrebbe trovare spazio anche in altri settori, quali ad esempio il mondo degli elettrodomestici oppure quello dell’intrattenimento multimediale. TV, lavatrici, frigoriferi ed altri prodotti per la casa potrebbero integrare in futuro al proprio interno soluzioni per il riconoscimento di istruzioni impartite tramite la voce, permettendo così all’utente di sedersi comodamente sul divano e fare totalmente a meno del telecomando per accedere la TV o cambiare canale.
Ma se nel contesto domestico l’unico problema è quello dell’implementazione pratica di tale tecnologia, in quello mobile sorgono invece svariate problematiche. Una prima, ad esempio, riguarda l’inevitabile incremento nei consumi energetici da parte della CPU, costantemente in attesa di istruzioni vocali da parte dell’utente. In secondo luogo vi sono alcuni dettagli relativi alla sicurezza che necessitano inevitabilmente di essere analizzati, in quanto l’attivazione del dispositivo mediante la voce dovrebbe avvenire esclusivamente qualora la “parola magica” venga pronunciata dal legittimo proprietario del device.