I droni oggi stanno trovando applicazioni in tanti diversi ambiti, dalla sorveglianza passando per le consegne dei prodotti. Dall’America arriva la notizia che i droni hanno trovato un’altra utilità molto particolare. USA Today ha riferito, infatti, che i multirotore sono stati utilizzati almeno una dozzina di volte per azioni di contrabbando negli ultimi 5 anni dalle prigioni federali.
Il giornale americano riporta che in tale operazioni è stato tentato di introdurre all’interno delle prigioni oggetti come telefonini, droga e materiale pornografico. Tuttavia, la documentazione del Dipartimento di Giustizia non chiarisce quante di queste operazioni abbiano effettivamente avuto successo. Inoltre, il report non evidenza se ci sono stati tentativi e quanti, all’interno delle strutture penitenziarie statali. L’utilizzo di droni per operazioni di contrabbando non è, però, una novità in senso assoluto anche se in questo caso si trattava di operazioni legate all’introduzione di materiale all’interno delle carceri.
Nel 2014, per esempio, la polizia Australiana aveva fermato le azioni di un drone che veniva utilizzato per contrabbandare droga. Nel 2015, invece, nel South Carolina, le autorità trovarono un drone che si era schiantato durante un tentativo di contrabbando di marijuana.
Gli esempi potrebbero essere molteplici ma il dato che preoccupa le autorità è come fare per bloccare questo fenomeno. In aprile, per esempio, il Regno Unito ha annunciato una nuova squadra dedicata alla lotta contro i droni utilizzati dai malfattori per le loro operazioni.
L’Ufficio di presidenza degli Stati Uniti, nel frattempo, ha chiesto di poter disporre di tecnologie che possano fermare il volo dei droni nei pressi delle carceri.