I film Lions Gate andranno su YouTube

In un'inaspettata mossa di mercato Google chiude un accordo con Lions Gate per mettere su YouTube le clip dei film di proprietà dello studio preceduta da pubblicità i cui introiti saranno divisi a metà. Schmidt è apparso fiducioso sul futuro del cinema
I film Lions Gate andranno su YouTube
In un'inaspettata mossa di mercato Google chiude un accordo con Lions Gate per mettere su YouTube le clip dei film di proprietà dello studio preceduta da pubblicità i cui introiti saranno divisi a metà. Schmidt è apparso fiducioso sul futuro del cinema

In una conferenza di Ad Age-William Morris Agency il CEO di Google Eric Schmidt ha avuto modo di esprimersi sul cinema veicolato attraverso internet, i modi attraverso i quali ritiene che si possa arrivare ad un matrimonio virtuoso, ed ha infine annunciato un’importante partnership coinvolgente la divisione YouTube.

Il grande sito di videosharing da settembre sarà autorizzato a mettere online spezzoni di film della Lions Gate preceduti da pubblicità i cui guadagni saranno ovviamente divisi tra le due compagnie: «Ci sono elementi nel nostro catalogo, come ‘Dirty Dancing’, che sono stati visti decine di milioni di volte e sarebbe bello essere pagati per questo, indirizzando gli utenti verso il loro acquisto» ha detto alla Reuters il vice presidente di Lions Gate, Michael Burns.

A differenza di Viacom, dunque, ci sono altri studi di produzione che non seguono la via dura ma cercano piuttosto di cavalcare costruttivamente i trend di internet. La proposta e l’accordo sarebbero infatti arrivati proprio durante una discussione sui possibili modelli di business da maturare e sull’esigenza di rimuovere il materiale pirata presente su YouTube.

Continuando Schmidt si è detto molto fiducioso che i produttori di contenuti impareranno a convivere con internet e anzi sapranno trovare maniere nuove di monetizzare la distribuzione online. Il segreto secondo il CEO è mettere i propri dati ovunque, condire il proprio prodotto in salse diverse in diversi spazi: televisione e internet ma anche social network e video sharing.

Come riporta il Los Angeles Times Eric Shmidt è apparso molto fiducioso: «Questa roba funziona! Il mio ottimismo è dato dal fatto che ci sono online più persone che mai, i vecchi business troveranno un modo di monetizzare le nuove opportunità e superemo questa fase».

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