Una ricerca d’oltremanica svela le nuove tendenze dei giovani su Internet: poco P2P e moltissimo streaming. A rivelarlo sono gli analisti di Music Ally, società specializzata nell’analisi del mercato media in rete.
La ricerca ha sondato le abitudini di un campione di giovani fra i 14 e i 18 anni, rivelando come il download di musica da reti P2P sia diminuito, in questa fascia, dal 42% del 2006 al 26% attuale. Il fenomeno non è correlato a una maggiore consapevolezza dei giovani nei confronti delle leggi di protezione del copyright ma all’arrivo di nuove tecnologie, streaming in primis.
I dati provano inconfutabilmente come i ragazzi inglesi si siano spostati in massa sulle piattaforme di streaming, come Spotify e Myspace. Ad oggi, più del 65% degli intervistati usufruisce quotidianamente di musica in streaming sui principali portali dedicati.
Tuttavia, rimangono ancora molto bassi i dati sulle vendite: solo il 10% del campione analizzato solitamente acquista, per via tradizionale o digitale, album dei propri artisti preferiti. Un tasso decisamente poco incoraggiante che dimostra come, nonostante siano cambiati i metodi di fruizione della musica online, sempre meno persone siano disposte a investire le proprie risorse economiche nell’acquisto di supporti multimediali.
Ancora una volta, la realtà dimostra come sia urgente pensare a nuovi modelli di protezione del copyright su Internet, il più possibile svincolati dalle categorie legislative tradizionali. Il sistema che sembra poter aver le carte in regola per vincere in questo contesto è quello pubblicitario: attraverso l’advertising si potrebbe provvedere al pagamento dei compensi di copyright e, nello stesso tempo, mantenere gratuita la musica online.