Twitter ha imparato la lezione presto da Facebook: rumor, piccoli scoop, stuzzicanti curiosità sono il mangime giusto per attirare i media alla propria porta. Non a caso il prezzemolino Twitter è ormai ovunque, permeando sulle pagine di tutti i giornali ormai quotidianamente e nutrendo il proprio successo con il rumore che fomenta il successo stesso. Ad oggi è un sistema che si autopromuove: parlare di Twitter è una sorta di must quotidiano, ed è così che il servizio può godere di una immensa pubblicità gratuita e pervasiva.
AdvertisingAge, tramite VMS, ha calcolato a che ordine di grandezza ammonta la pubblicità gratuita che i media stanno regalando a Twitter con la propria onnipresente copertura su qualsivoglia attività del servizio. Ne è scaturita una cifra pari a 48 milioni di dollari, ovvero la metà del grande investimento che Microsoft sta portando avanti per promuovere il proprio Bing. Nel computo complessivo vanno i servizi di Oprah Winfrey, le citazioni sui principali giornali USA, la presenza nei tg ed altro ancora. La tv contribuisce per il 57% dell’intero pacco regalo con Fox News e CNN a firmare per prime il gentile omaggio.
Nessuno, secondo AdAge, ha mai goduto di un traino tanto forte: non è stato così per Facebook, non è stato così per Google, non è così per le novità quotidiane provenienti da Microsoft. Le cifre sembrano in qualche modo avvalorare le teorie di quanti vedono in Twitter una grande bolla destinata ad esplodere appena la copertura mediatica verrà meno ed ogni cinguettìo dovrà essere capace di attirarne un altro in autonomia. Twitter, però, sembra aver molto da dire ancora: i recenti documenti emersi da un improvviso hack nella casella di posta di un dipendente hanno fatto emergere ipotesi di monetizzazione entro breve, con prospettive oltremodo rosee per gli anni a venire.
Che se ne parli bene, o che se ne parli male, basta che se ne parli. La sostenibilità dei rumor attorno a Twitter, però, non potrà durare a lungo. Se il servizio ha dell’arrosto dietro il fumo, presto lo dovrà tirar fuori così da poter compensare alla caduta che un abbassamento dell’attenzione sul brand potrebbe determinare. Oggi i numeri sono impressionanti: 2.73 miliardi di pagine viste non possono essere tutto fumo. Entro breve il servizio dovrebbe annunciare qualcosa di nuovo e la notizia potrebbe trapelare prima dai rumor di TechCrunch e solo in seguito dalle negazioni per via legale provenienti da Twitter.
Tutto sommato, nell’ottica della comunicazione quantificabile in valore monetario, il caso Twitter vs TechCrunch è comunque un regalo reciproco non indifferente: rumor in cambio di nuove prime pagine, con una latente questione legale a mettere ulteriore pepe sulla vicenda. Un investimento reciproco interessante che potrebbe pesare non poco sulla valutazione della promozione gratuita di Twitter per il mese in corso.