Flash ha i DRM, non è una novità: sono stati annunciati almeno un mese fa e anche se devono essere ancora applicati la loro tecnologia è nota ormai a tutti. Giunge però ora notizia che un altro tipo di protezione sarà offerta da Adobe per i propri software.
Non è un cambiamento da poco quello che sta subendo la società che, dopo l’acquisizione di Macromedia, oltre a combattere nel campo dei software di creatività è anche in prima linea nel settore multimedia per il web. Il nuovo sistema di protezione dei contenuti per il web proposto dai costruttori di Acrobat Reader sarà basato su AIR, la piattaforma per le applicazioni web based che integra tutte le principali tecnologie del campo.
La novità è che il sistema di Digital Rights Management integrato con AIR, per sua natura, fornirà protezione ai contenuti sia online che offline (poichè si applica sia allo streaming RMTP che ai file in FLV e MPEG4), potrà limitare l’accesso alle trasmissioni in streaming e potrà funzionare per la pubblicazione di video in pay per view. Tutto un nuovo set di opzioni di restrizione è così a disposizione dei produttori, parametri dinamici e completamente controllabili dalla fonte.
Non si capisce ancora come una simile tecnologia potrà cambiare il modo in cui YouTube distribuisce e consente l’embedding dei propri video, ma sembra più probabile che venga utilizzata da compagnie come Hulu per gestire la diffusione del proprio materiale anche perchè, a differenza dei contenuti in Flash liberi, quelli protetti necessiteranno di un software specifico (battezzato poco fantasiosamente “Adobe Media Player”) per essere letti e non solo di semplice plugin.
Al momento i DRM sono a disposizione solo delle grandi aziende e broadcasters: lo si intuisce dal prezzo di mercato, ovvero 40.000 dollari per CPU, ed il tutto è disponibile al momento solo per Windows Server 2003 e Red Hat Linux (ma i DRM hanno chiaramente effetto su qualsiasi OS).