«Mantieni la tua infrastruttura email attuale, aggiungendo protezione delle email e servizi di archiviazione, il tutto powered by Postini. La nostra gamma di servizi non richiede né installazione né gestione: potrai concentrarti finalmente sulle attività strategiche della tua azienda»: sempre che tutto funzioni. E se qualcosa non va per il verso giusto, l’utenza è pronta a scatenarsi online alla ricerca di un supporto. Nasce così un pomeriggio di fuoco per Postini, il servizio acquisito da Google nel 2007 per il controllo e la gestione della posta elettronica aziendale.
Il problema è stato segnalato negli Stati Uniti sul cosiddetto “System 7”, quindi in Belgio ed in Giappone: non è chiaro quanti utenti siano stati coinvolti a livello internazionale, né l’esatta estensione del black-out. Dapprima il sito ha iniziato a riconsegnare la posta con ore di ritardo (il che può avere ripercussioni importanti quando si tratta di materiale destinato ad aziende), quindi è risultato bloccato anche l’accesso all’Help Center con l’impossibilità oggettiva di avere informazioni sul problema in tempo reale. ComputerWorld raccoglie la testimonianza di Andrew Kovacs, portavoce Google: «Siamo a conoscenza di un problema che sta causando ritardi nella consegna per alcuni clienti Postini negli USA e stiamo lavorando per risolvere il problema il più presto possibile. Sappiamo l’importanza delle email per i nostri utenti, perciò terremo in seria considerazione l’intoppo e ci scusiamo per l’inconveniente».
Gli account Postini sono a pagamento (da 12 a 25 dollari annuali), il che formula una sorta di patto tra le parti tale per cui il provider del servizio garantisce la stabilità del sistema o, in caso di problemi, fornisce assistenza. Nel caso specifico, invece, l’assistenza è stata segnalata come carente lasciando l’utenza business a secco di email per svariate ore. CNet segnala peraltro come un problema simile sia già successo con Google Checkout, ove per settimane i problemi segnalati sarebbero rimasti privi di soluzione. Quel che Google risolve con la Apps Status Dashboard nel privato, però, nel business non è applicabile: gli utenti cercano una soluzione specifica ed informazioni dettagliate che una bacheca comune non può nella maggior parte dei casi soddisfare.
Le email ferme sui server non risultano comunque smarrite, il che poteva rappresentare la prima delle preoccupazioni degli utenti bloccati. Le email in uscita, invece, hanno seguito il proprio percorso senza mai alcun intoppo. Nel giro di poche ore il System 7 è tornato alla piena attività.
I semafori dei server Postini
«Ogni volta che i servizi Google sono down, il mondo intero sa la cosa istantaneamente. Questo rende difficile per Google costruire quel tipo di reputazione per la stabilità e la disponibilità che potrà attrarre un gran numero di utenti paganti». Così commenta il fatto l’analista Dan Olds, il quale coglie nei fatti il nocciolo della questione: alcune mail in ritardo non sono un danno insormontabile, ma non permettono al concetto di “cloud” di imporsi come soluzione a valore aggiunto. Gli utenti, e soprattutto le aziende, pretendono qualità ed assistenza: anche solo il minimo pagamento determina un rapporto differente, e l’ultima esperienza Postini (dopo la debacle Microsoft con Sidekick nei giorni scorsi) non potrà che essere di insegnamento all’intero comparto.