«Il futuro delle suite per ufficio sarà diverso dall’attuale paradigma, che è vecchio di vent’anni, e sarà basato sui documenti». È questo il filo conduttore che sta guidando i primi passi della The Document Foundation, la costola staccatasi dal mondo OpenOffice per portare avanti un nuovo progetto libero dai lacci imposti da Oracle alla vecchia suite.
Fino ad oggi The Document Foundation non aveva ancora spiegato come si sarebbe mossa per iniziare il proprio progressivo distaccamento dalle radici OpenOffice. Quella che è stata sancita è una rottura condita di parole di apertura, disponibilità che però Oracle ha respinto rendendo la situazione pressoché insanabile. Un nuovo comunicato TDF muove pertanto il primo passo in una nuova direzione che la fondazione è in grado oggi di delineare grazie all’apporto di 90 sviluppatori unitisi nel frattempo alla causa.
Punto primo: «Gli sviluppatori di TDF stanno lavorando per migliorare la qualità del codice di OOo, che è un ottimo punto di partenza, e hanno come priorità la semplificazione dei test sul codice e la quality assurance: due aree in cui i nuovi sviluppatori sono fondamentali per la maggior parte delle attività». L’idea di principio è chiara: «The Document Foundation si occupa di documenti, e il software è lo strumento necessario per creare, scambiare, modificare, stampare e condividere i documenti. LibreOffice 3.3 è la prima declinazione di questa strategia a lungo termine, ma l’evoluzione è appena iniziata, e gli enormi vantaggi di un ambiente aperto e favorevole agli sviluppatori non saranno ancora evidenti nella nuova release».
Punto secondo: ogni singolo modulo di LibreOffice sarà completamente riscritto e sarà a quel punto matura la piena autonomia rispetto alla base OpenOffice di partenza: «il primo sarà Calc, che verrà sviluppato intorno a un nuovo motore di calcolo – nome in codice Ixion – che migliorerà le prestazioni, consentirà una maggiore versatilità e migliori funzionalità di gestione delle macro e dei database. Writer verrà migliorato sotto il profilo della fedeltà del layout e Impress in quello della fedeltà degli slideshow. Le nuove funzionalità saranno nell’area della compatibilità con la suite per ufficio leader di mercato oppure introdurranno importanti innovazioni, miglioreranno la qualità della conversione tra i formati, e ridurranno la dipendenza da Java».
La voce italiana di OpenOffice è Italo Vignoli, indicato tra i primi membri dello Steering Committee. Ed è da Vignoli che giunge la sterzata con cui TDF si allontana definitivamente da Oracle abbracciando nuovi obiettivi: «The Document Foundation sarà al centro dell’universo del software libero, in cui gli utenti vogliono costruire un futuro diverso per le suite per ufficio, lavorando con gli sviluppatori. Gli utenti leggono, scrivono, modificano e condividono i documenti, e sono focalizzati sui contenuti più che sulle funzionalità. Dopo 20 anni di software basato sulle funzionalità, è il momento di riportare i contenuti al centro del sistema e dell’attenzione degli utenti».
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