Qualcosa sembra muoversi nel mondo della vendita di file musicali e se le major sono ancora restie ad abbandonare il modello della vendita con DRM, che ritengono il migliore (ma questo non vale per Universal e EMI), sono adesso i rivenditori a non farcela più.
Le vendite dei CD calano sempre di più di anno in anno, una picchiata che non si arresta e se c’è qualcuno che ci rimette, dopo le major, sono i rivenditori. A loro il compito di operare materialmente la transizione verso i music store virtuali e la promozione del commercio di musica in file anzi che in CD.
Ma i rivenditori si stanno scontrando sempre di più con l’indifferenza della gente verso un business nel quale acquistano copie di un file che non sono liberi di gestire.
Ecco allora che contemporaneamente anche se non coordinati arrivano gli annunci di Amazon e Wal-Mart due catene (una prettamente virtuale e una molto radicata sul territorio) in aperta lotta con i DRM.
Wal-Mart ha cominciato da tempo a vendere tracce musicali senza DRM, affidandosi unicamente agli indipendenti, alla EMI e alla Universal, e ora ha deciso di spronare e incitare le altre grandi etichette ad abbandonare definitivamente i Digital Rights Management.
Dall’altra parte Amazon ha partorito un’iniziativa ancora più forte. In occasione del prossimo SuperBowl infatti, in collaborazione con Pepsi il sito che (tra le altre cose) vende anche file musicali darà via sotto forma di omaggio legato all’acquisto delle bavande un totale di un miliardo di file MP3 non protetti.
Oltre che precise strategie commerciali gli annunci in questione sono anche mirati a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e a diffondere la consapevolezza che esiste il commercio legale di musica digitale e che non è più vincolata come prima.