“La rivincita degli spiati“, così i tabloid britannici etichettano la vicenda che negli ultimi giorni sta facendo discutere l’intero regno di sua Maestà.
John Sawers, 53enne da poco eletto a capo dei servizi segreti inglesi MI6, è comparso in alcune fotografie pubblicate dalla moglie Shelley su Facebook.
L’uomo che più di ogni altro, come i vecchi film di James Bond insegnano, dovrebbe mantenere la propria identità e i dettagli relativi alla vita privata all’oscuro da tutto e da tutti, è stato tradito dallo sharing di informazioni sensibili attraverso un social network.
Uno scatto a bordo piscina, un altro con in testa un cappello da Santa Claus, gli anziani genitori con i nipoti, amici illustri e altro ancora.
Dettagli che potrebbero addirittura costare a Sawer il posto. I suoi detrattori gli si sono scagliati contro chiedendo che venga aperta un’inchiesta per fare luce sulla vicenda, chi lo appoggia tende invece a non montare la polemica quietando gli animi.
Reale minaccia per la sicurezza nazionale o tentativo di strumentalizzare l’accaduto a fini politici?
Il dubbio rimane. Ciò che invece è fuori discussione, è come l’accaduto sia l’ennesima dimostrazione di quanto sia ormai capillarmente diffuso l’utilizzo di Facebook (così come di altri social network) e di come i suoi utenti, o almeno una parte di essi, non sia invece ancora in grado di farne un uso consapevole.