Immorali, anzi amorali. Detrattori di Internet e dei social network, unitevi. Da oggi la vostra rivolta ha anche una sua legittimazione scientifica, per quanto discutibile e parziale. Un gruppo di neuroscienziati del Brain and Creativity Institute della University of Southern California ha scoperto, osservando la reazione di tredici volontari a degli appositi stimoli, che le decisioni aventi carattere morale richiedono tempo, almeno sei o otto secondi.
E come si concilia questo con la velocità di risposta richiesta dalle moderne tecnologie?
Se lo chiede Emanuela Di Pasqua su Corriere.it, in un articolo intitolato “La moralità ai tempi di Twitter” che riprende, anche nel titolo, un pezzo di Science Daily.
In realtà, leggendo fino in fondo il pezzo originale, si scopre che i ricercatori non se la prendono tanto con i social network, quanto con la televisione in stile videoclip e i videogiochi. Ma si sa, la Rete sta diventando il capro espiatorio del nuovo millennio, come se prima di Internet, l’umanità non avesse mai stuprato, ucciso, derubato e distrutto.
Una veloce consultazione della Bibbia, non precisamente un testo appena uscito, basterebbe per capire che non è proprio così.