C’è chi combatte aspramente per ridurre la piaga del P2P e c’è chi invece lo ritiene inoffensivo se non addirittura legale. Dopo il caso delle autorità giudiziarie svizzere che hanno di fatto dato il via libera al P2P, adesso arriva una nuova sentenza sul file sharing che farà sicuramente discutere. Il caso arriva questa volta dalla Spagna, dove un giudice ha dato ragione a Pablo Soto, uno sviluppatore spagnolo, citato in giudizio dalle grandi Major come EMI, Sony, Warner e Universal, con l’accusa di aver creato Blubster, Piolet e Manolito che altro non sono che programmi per il P2P con cui gli utenti possono cercare, scaricare e condividere file che potenzialmente possono ledere i diritti d’autore.
Ma il giudice spagnolo con una sentenza senza precedenti ha definito i software per il P2P come neutrali e che dunque non possono essere considerati i responsabili delle condotte illecite degli utenti.
In pratica il giudice spagnolo asserisce che la colpa non può ricadere nel software ma solo sull’utente che usa il programma nel modo sbagliato.
Salvo Pablo Soto che viceversa avrebbe rischiato di dover pagare una multa di 13 milioni di euro e salvi i suoi software, ma decisamente infastidite per non dire infuriate le Major che hanno deciso di ricorrere velocemente in appello.
Sentenza che assieme a quella svizzera altro non fa che agitare ancora di più le acque già molto mosse del confronto tra gli utenti di Internet che difendono il P2P e le grandi Major che vogliono a ogni costo porre dei precisi paletti per difendere il diritto d’autore. Il tutto nella speranza che prima o poi si trovi una soluzione come richiesto anche dall’Unione Europea.