I tool per lo sviluppo e debugging con Google Analytics

I tool per lo sviluppo e debugging con Google Analytics

Google ha pubblicato di recente, sul proprio blog dedicato ad Analytics, un interessante articolo tecnico in cui fornisce suggerimenti a tutti i professionisti, nell’uso, personalizzazione e sviluppo con la propria piattaforma e relative API. Questi tool risultano particolarmente indicati per i siti più esigenti o complessi, che richiedono un’attenta valutazione dei risultati e un’approfondita analisi delle cause di problemi o anomalie che si potrebbero verificare.

Infatti, sebbene la guida all’istallazione del noto sistema di statistiche sia ben chiara sul sito (copia e incolla di un codice fornito da Google stessa all’atto della registrazione), spesso capitano anomalie connesse al Javascript, ai cookie o al caricamento della pagina lato client.

Per poter affrontare al meglio tutte le situazioni problematiche, ecco la top-5 degli strumenti da utilizzare, così come proposto da Google stessa:

  1. Firefox. Nonostante l’impegno di Google nello sviluppo del proprio browser Chrome, la raccomandazione n.1 parte proprio dal popolare browser. La scelta è dovuta all’alto grado di interattività lasciata agli sviluppatori, che aiuta nei task di debugging e analisi del flusso dati client-server;
  2. Firebug per Firefox (per il Javascript). Una fra le più interessanti add-on per Firefox è Firebug, un programma che consente di effettuare un attento e accurato debug di tutti gli errori javascript che avvengono al caricamento di una pagina Web. Consente di identificare subito la riga di codice responsabile e provare pezzi di javascript senza dover editare una pagina con scriptum lato server. Firebug ha molte altre interessanti caratteristiche, ma quelle citate sono le più utili con Analytics;
  3. Il Web Developer Toolbar in Firefox (per i cookie). È un tool sviluppato per l’analisi e la diagnosi di ogni situazione relativa a cookie e è perfetto per Google Analytics. Serve a capire quali cookie sono impostati per la pagina che si sta visitando e consente di trovare i cookie passati e vedere dettagli su cosa viene esattamente scritto dal server remoto;
  4. Controllare gli header con Live HTTP headers. Una volta che il debugging di javascript e cookie è completo, Google raccomanda di controllare l’esatto funzionamento dello scambio dati attraverso gli header HTTP. Google Analytics fornisce il meccanismo di tracciamento con il file utm.gif, e per vederne l’esatta interazione server – client il tool Mozilla Live HTTP headers è perfetto. Per evitare di confondersi nell’enorme flusso di dati basterà andare nelle opzioni di configurazione del programma, nel tab ‘config’ e inserire come chiave nel campo “Filter URLs with regexp” la seguente espressione regolare: “.*__utm.gif.*” (senza le virgolette);
  5. Minimizzare il tempo di caricamento. Tracciati (e risolti) i potenziali problemi di scripting, si deve passare all’ottimizzazione. Per far questo Google raccomanda l’uso del proprio browser Chrome con la console javascript interna. Infatti l’indicatore “resources” in questa console, fornisce un chiaro riferimento su quanto tempo impiega ogni elemento ad essere caricato. Ad esempio, se prima dell’inizio dell’esecuzione del file ga.js (di Google Analytics) una pagina impiega 6.58 secondi, molti degli hit saranno persi perchè molte persone non attenderanno 6.58 secondi a chiudere la pagina stessa. Questi visitatori non tracciati faranno perdere informazioni importanti (in quanto sono quelli che magari si perdono proprio per la lentezza del sito). Si dovrà quindi lavorare per minimizzare il tempo iniziale (ridurre immagini o spostare l’esecuzione di altri file javascript ecc). Un profiling completo delle proprie pagine aiuterà a massimizzare la funzionalità del tracciamento di Analytics, per evitare di perdere traccia dei propri visitatori.

Queste le raccomandazioni principe che Google manda agli sviluppatori. Ma per chi usa Internet Explorer e non vuole scomodarsi a cambiare browser? Il colosso di Mountain View fornisce suggerimenti anche in questi casi.

  1. Usare la DebugBar, una versione ibrida di Internet Explorer che include alcune delle funzionalità delle add-on Web Developer Toolbar e Firebug per Firefox. Con questo programma si potranno tracciare, in dettaglio, gli errori javascript su Internet Explorer che potrebbero falsare i report di Google Analytics;
  2. Analizzare gli header http con Fiddler 2, un proxy http che consente di analizzare in dettaglio tutto il traffico che intercorre fra il proprio PC e Internet, inserendo opzionalmente dei breakpoint e interagendo artificialmente con i dati stessi. È un programma gratuito più completo e accurato (ma anche più complicato) di Live Headers per Firefox ma è generico per Windows e funziona con ogni browser. Con questo si riuscirà a scovare molto facilmente tutti gli hit di utm.gif;
  3. Controllare i cookie con IE cookie View. Fra i tanti freeware disponibili, Google consiglia questo programma agli sviluppatori che usano Internet Explorer. Questo piccolo programma consente di trovare, vedere e persino modificare il contenuto dei cookie di Internet Explorer. Ottimo per tracciare eventuali problemi che Google Analytics possa avere con particolari configurazioni o domini;
  4. Google, quindi, presenta un’analisi completa e manda ottimi suggerimenti a tutti gli sviluppatori che vogliano usare Analytics in maniera approfondita e capirne tutte le problematiche. Il debugging di statistiche incomplete o non accurate è sempre complesso, ma con i suggerimenti dei programmatori della grande G sarà un po’ meno lungo.

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