I trend per le startup del 2013

Smartphone, cloud, mobile payment: le startup dovranno catturare le tendenze del 2013. Vediamone alcune.
I trend per le startup del 2013
Smartphone, cloud, mobile payment: le startup dovranno catturare le tendenze del 2013. Vediamone alcune.

Il campo delle startup sta diventando affollato, lo si nota dall’improvvisa densità di eventi che si sono succeduti anche in Italia, paese fino a poco tempo fa abbastanza ai margini di questa realtà. Comitati, concorsi, incubatori, associazioni, community, fanno parlare di sé ogni giorno e lavorano ciascuno a suo modo per lo sviluppo di questo settore di vitale importanza per uscire dalle secche della crisi. Per avere successo, però, bisogna avere idee buone, e conoscere il mercato. Una disamina stimolante è quella di AllToStartups, segnalata da Working Capital, a cui ci si può ispirare.

I tablet

Con l’ingresso, piuttosto recente, di nuovi strumenti – a partire dall’iPad mini – e la concorrenza spietata portata in particolare da Amazon sui contenuti editoriali (con il Kindle in sempre più numerose versioni) e da colossi della Rete e tecnologici in partnership come Google/Asus/Samsung col Nexus, o Microsoft col Surface e il nuovo sistema operativo pensato per il mobile-touch, è praticamente impossibile che il 2013 non inizi da dove è finito il 2012: con il tablet. Per questo ci sarà sempre più bisogno di startupper capaci di proporre applicazioni divertenti e geniali, per l’intrattenimento o per risolvere problemi. Il mercato delle applicazioni mobili sta crescendo a vista d’occhio, trascinato dai device, e vale oggi quasi tre miliardi di dollari.

Gli smartphone

Lo stesso discorso fatto per le tavolette vale, forse anche di più, per i cellulari di ultima generazione. Quasi indistinguibili dai tablet più piccoli, si caratterizzano per una crossmedialità senza paragoni: questi strumenti hanno bisogno di tutte le applicazioni social, dei giochi, delle applicazioni per il pagamento, di quelle per il geo-tag e di quelle per la conversazione. Anche in questo caso, i tre principali padroni del vapore sono Apple, Samsung e Google, ma in più uno startupper può confidare negli incubatori d’impresa sorti per volontà delle telcom, che hanno un rapporto stretto coi costruttori e possono fare da intermediari per la vendita di applicazioni tramite pacchetti.

Le piattaforme mobili

Forse non hanno l’appeal dei device, ma sarebbe un errore trascurare i social network, soprattutto visto e considerato che persino un colosso abbastanza desktop-oriented come Facebook pare sempre più intenzionato a spostarsi nel mobile, creando propri social games oppure comprando applicazioni killer come WhatsApp.
Dunque Big F, Twitter, Pinterest, Foursquare non sono meno importanti dei sistemi operativi dei device come ambiente dove sperimentare. Certo, ricordando due dati: il 79% del tempo trascorso da chi utilizza i cellulari è speso utilizzando social media e games application. Ma sommando l’Apple Store e Google Play si trovano, attualmente, un milione e 300 mila applicazioni. Questo significa che per farsi notare bisogna inventare qualcosa di straordinario.

L’advertising

Una parola, una sfida aperta. Ha dell’incredibile pensare a quante aziende non conoscono ancora la pubblicità online, e quante poche siano le società che se ne occupano, spesso nascondendo la reale portata del fatturato oppure certe metriche (come Google, che ricava 2,5 miliardi dall’advertising sui cellulari, e cifre astronomiche sul motore di ricerca). Una startup che riuscisse a offrire uno strumento trasparente e veramente significativo per i ricavi online si troverebbe tutte le porte aperte: a parte Mountain View, nessuno può dire di essere, al momento, soddisfatto.

Il cloud

Il cloud computing è una grande amico delle startup tecnologiche: permette di ideare soluzioni senza infrastrutture, a costi bassi. Sarà certamente uno dei luoghi più frequentati dei prossimi anni. Il trasferimento della memoria in un luogo diverso dallo strumento deputato a leggerne i contenuti è una rivoluzione necessaria, che porta verso la maggiore leggerezza dei device (anche dal punto di vista economico) e impone, surretiziamente, una “recinzione” che fa comodo alle società perché è più facile imporre un pagamento, direttamente all’utente oppure al proprietario del contenuto. La previsione, fin troppo facile, è che nel 2013 nasceranno centinaia di applicazioni cloud, la cui missione sarà togliere tranquillità a realtà consolidate come DropBox o Google Drive.

E-commerce

Questa volta tutti gli analisti sono d’accordo: il mobile payment esploderà, diventerà di massa. Il numero di commercianti, fisici e online, che accettano questo tipo di pagamento è sempre più alto, i sistemi ideati sempre più sicuri e anche in questo caso le mosse di Google, con Wallet, e Apple con Passbook sono lì a dimostrarlo. Startup per facilitare questo mercato cercasi.

Curation

Settore ingiustamente minoritario, perché si occupa di gestire al meglio ciò che già c’è invece di creare qualcosa di nuovo. Ma la vicenda, di assoluto successo, di Storify dimostra come la curation dei contenuti è un settore in grande crescita e dove ci sono ampie chance, come dimostrano in un certo senso anche Pinterest, Paper.li, comScore, utilizzati da decine di milioni di persone.

Immagini

La condivisione delle immagini ha trovato una sua stabilità, ma verso il basso. Da tempo non ci sono novità nel settore e il più grande contenitore di immagini al mondo (Facebook) non è ancora riuscito a creare uno strumento davvero all’altezza. È complicato, ma una startup ambiziosa potrebbe provare a detronizzare Instagram.

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