Quando si afferma che l’intelligenza artificiale è potenzialmente in grado di apportare benefici in pressoché qualsiasi ambito, è da intendersi in senso letterale. Anche per quanto riguarda il risparmio energetico e più nel dettaglio all’interno dei data center, dove migliaia di server funzionano senza soluzione di continuità per fornire agli utenti l’accesso alle piattaforme online.
La dimostrazione arriva da un articolo comparso sulle pagine di Bloomberg. Si parla di Google e di come il gruppo di Mountain View impieghi da qualche tempo l’IA sviluppata dall’acquisita DeepMind (lo stesso team che ha dato vita al progetto AlphaGo) per gestire impianti come quello di raffreddamento, uno dei più esigenti in termini di consumi all’interno delle strutture di questo tipo. Il risparmio è notevole: bigG parla addirittura del 15% sul totale della bolletta.
Oltre ad avere un impatto positivo sulle casse del gruppo, un approccio simile può essere visto di buon occhio anche dai più attenti alla tutela dell’ambiente. Queste le parole di Demis Hassabis, co-fondatore di DeepMind.
Controlla circa 120 variabili nei data center. Le ventole, i sistemi di raffreddamento, le finestre e molte altre cose. Sono rimasti alquanto sbalorditi.
Nel corso del 2014, Google ha utilizzato complessivamente 4.402.836 MWh per alimentare i propri data center. Non è dunque difficile capire come una riduzione pari al 15% possa trasformarsi in un notevole beneficio in termini economici, considerando che negli Stati Uniti 1 MWh di energia costa mediamente tra i 25 e i 40 dollari (di più in altre parti del mondo).
Ad oggi non è ancora stato reso noto in via ufficiale l’investimento economico messo sul piatto da bigG per l’acquisizione di DeepMind, anche se fonti ben informate parlano di una cifra che si aggira intorno ai 500 milioni di dollari. Una spesa che, in base al taglio della bolletta di cui si è appena parlato, dovrebbe essere ammortizzata in breve tempo.