Dopo aver mostrato i muscoli sbarazzandosi con impressionante facilità dei più abili campioni mondiali di Go, l’intelligenza artificiale sviluppata dal team DeepMind si cimenta in una nuova sfida: questa volta il focus è sul gaming. Gli algoritmi sono stati istruiti per dare il meglio di sé durante i match con uno sparatutto, una versione appositamente modificata del classico Quake III Arena.
La modalità interessata è la ben nota Capture the Flag, con una mappa che cambia in modo dinamico da una sfida all’altra, così da innalzare il livello di difficoltà e obbligare l’IA a “pensare” in modo simile a un giocatore in carne e ossa. Il primo step da affrontare è stato insegnare agli algoritmi alcune regole e strategie di base del gioco, affinché le potesse poi applicare alle diverse situazioni, proprio come fa un essere umano impegnato con l’FPS in questione. Vi è poi l’esigenza di adattarsi allo stile dei compagni di team e dei rivali, con l’obiettivo di cooperare con loro o di eliminarli a seconda della fazione. Ecco quanto scritto dai ricercatori sul proprio blog.
I nostri agenti devono imparare da zero come osservare, agire, cooperare e competere all’interno di ambienti mai visti prima, il tutto attraverso un singolo segnale di rinforzo per ogni match, sia che vincano sia che perdono.
Quando si parla di segnale di rinforzo si fa riferimento a una tecnica impiegata da DeepMind per istruire l’intelligenza artificiale e già descritta su queste pagine: si procede per tentativi, analizzando di volta in volta il contesto e raccogliendo feedback dagli errori commessi, così da perfezionare il comportamento. Il prossimo step, per il gruppo, sarà costituito dal mettere alla prova le abilità del sistema con titoli più complessi come StarCraft II e Dota 2.