L’apertura dello IAB Forum è un inno alla speranza. La platea, le presenze, le domande: l’incontro che inaugura la giornata sottolinea ancora una volta le potenzialità del Web ed il valore esplosivo di tale piattaforma di comunicazione, ma i problemi vengono ribaditi senza trovare una soluzione né un vero interlocutore. La stessa presenza delle istituzioni va in fumo: il sottosegretario Romani, colui il quale ha oggi in mano le redini del gioco per quanto concernente la banda larga in Italia, non si presenta e la mancanza va a sminuire il valore di un dibattito il cui primo timore è quello di non avere la possibilità di portare la propria voce nelle sale dei bottoni.
Il bicchiere mezzo vuoto fa rumore, ma quello mezzo pieno fa volume: «Dai dati Nielsen presentati in apertura dei lavori di IAB Forum, emerge come la Rete sia ormai un fenomeno di massa e parte integrante delle abitudini e dei comportamenti dei cittadini italiani. Sono oltre 23 milioni i navigatori italiani attivi – 43% della popolazione – in rappresentanza di un’utenza sempre più ampia ed eterogenea per età, educazione, professione e area geografica. In particolare, gli ultimi 3 anni hanno registrato la crescita di 8 punti percentuali della fascia di navigatori più interessanti per le aziende, quella tra i 35 e i 54 anni, e di 4,5 punti percentuali di utenti donne». Non solo: «l’allargamento del target abbia coinciso con l’aumento della tipologia e della qualità di attività effettuate online: alle forme di intrattenimento e di socializzazione tipiche del Web, si uniscono servizi di utilità come l’eGovernment, le news e la ricerca di informazioni dedicate ad aziende e prodotti e, in generale, ad attività relative ad atti di acquisto. Ad esempio, dai dati Nielsen emerge che circa 9 milioni di internauti, pari al 38% di chi naviga sul web, consulta “shopping directories & guides”, i siti che offrono confronti di prezzo su servizi e prodotti, mentre il 48%, per un totale di circa 11 milioni di utenti consulta siti di “mass merchandiser”, dove è possibile acquistare prodotti».
Nelle stesse ore in cui allo IAB si lamenta l’assenza della banda larga e la mancata presenza delle istituzioni, Webnews pubblica una intervista esclusiva con il Ministro Brunetta che fa da contraltare: i fondi ci sono, gli obiettivi sono chiari, occorre sbloccare i meccanismi. Il CIPE sembra essere al centro di tutto, ma le difficoltà, ha spiegato Brunetta, non devono tarpare le ali alla rete nascente. Anzi, gli obiettivi devono guardare già al medio termine: «In quel piano viene indicato come a tutti i cittadini – nessuno escluso – debba essere data la possibilità di connettersi alla rete a non meno di 2Mbit/s. Ma attenzione: il programma non si ferma qui ma prevede anche di estendere l’attuale copertura in fibra ottica, offrendo al 95,6% della popolazione italiana un servizio sino a 20 Mbit/s. Le risorse per fare tutto questo ci sono. Prevedo siano presto rese disponibili per l’avvio dei cantieri, così da poter realizzare gli obiettivi nei tempi previsti».
23 milioni di italiani sono online e nuovi mercati saranno presto coinvolti dalle opportunità della banda larga. Il 43% della popolazione ne fa uso abituale, con una media di 102 minuti quotidiani nel mese di Settembre (50 ore mensili dedicate allo schermo del Pc). «Questo scenario mette ben in evidenza l’impatto a livello socio-economico che Internet ormai ricopre e conferma il ruolo strategico della rete per il Sistema Paese. Il nostro compito come industria è quello di sviluppare l’offerta di contenuti e servizi e guidare, insieme alle istituzioni, il necessario mutamento di cultura per un utilizzo sempre più ampio e strategico delle tecnologie informatiche». Così Layla Pavone, Presidente IAB Italia, ha dato il proprio benvenuto ai presenti all’evento: «Siamo lieti di confermare le nostre previsioni di crescita del mercato dell’advertising online al 10,5%, in un contesto che vede gli altri media in sensibile difficoltà. Siamo anche convinti, però, che aziende e PA debbano imparare velocemente a capitalizzare le potenzialità di Internet per la propria innovazione, modificando il modo di comunicare e fare business per la propria competitività. Questo processo passa anche attraverso un ripensamento degli investimenti pubblicitari».
La stessa Pavone ha sottolineato inoltre la forzosa necessità di azioni di lobby per portare la voce del mercato presso le sale delle istituzioni, ove però è ormai usuale trovarsi di fronte interlocutori assolutamente impreparati ad affrontare le tematiche della Rete. Il problema principale sembra essere questo: la distanza tra la base e le istituzioni ha ormai raggiunto un livello tale per cui l’incomprensione nasce dalla totale assenza di un codice comune, elemento fondamentale ai fini dell’apertura di un dialogo proficuo.