L’intero settore dell’advertising cresce, complice anche gli investimenti pubblicitari rivolti al Web. Se di vera e propria ripresa non si può parlare, come ha sottolineato ieri il presidente IAB (Interactive Advertising Bureau) Roberto Binaghi in occasione dell’apertura dell’IAB Forum, qualche segnale positivo va comunque messo agli atti. Per il 2010 è previsto un giro d’affari complessivo pari a 8,9 miliardi di euro, +3,2% rispetto al disastroso 2009, che si era concluso con un -6% nei confronti dei dodici mesi precedenti.
A trainare questa tendenza, come anticipato poc’anzi, è un +15% delle inserzioni online, a cui guardano con sempre più interesse anche le redazioni di quotidiani tradizionali e periodici come nuova fonte di guadagno. Internet, ad oggi, rappresenta la piattaforma di movimentazione per l’11% di tutti gli investimenti pubblicitari nel nostro paese (dati Nielsen), con un fatturato di circa un miliardo di euro. Un incremento che, secondo Binaghi, proseguirà sugli stessi ritmi per altri tre anni, arrivando a 1,5 miliardi di euro entro il 2013.
Segnali positivi dunque, ma comunque ancora non sufficienti per garantire all’Italia una posizione all’altezza di paesi come Francia, Spagna, Gran Bretagna. I vetta alla classifica ci sono gli Stati Uniti: quando nel 2013 da noi l’advertising online raggiungerà il 15% del totale, oltreoceano la percentuale sarà del 22% circa. Le cause di un simile distacco sono presto dette: un digital divide che ancora affligge la rete delle infrastrutture italiane relative alla banda larga e una propensione ancora poco diffusa agli investimenti sulle piattaforme pubblicitarie operanti nell’ambito Web, soprattutto da parte delle aziende operanti nel mercato del largo consumo.