La tecnologia si evolve a ritmi forsennati, rendendo obsoleto un prodotto, un servizio o un paradigma in brevissimo tempo. Rivoluzioni su rivoluzioni continuano a susseguirsi, lasciando spazio ad innovazione e miglioramento in ogni campo. Prevedere ciò che accadrà nell’immediato futuro è difficile, proiettarsi su lunghe distanze ancor di più. In casa IBM c’è però chi prova a farlo ogni anno ed ecco giungere la settima edizione di 5in5, la ricerca condotta da Big Blue al fine di delineare un possibile quadro dell’high-tech di domani.
5in5 vuole quindi mettere in risalto le cinque tecnologie attualmente in fase di sviluppo potenzialmente in grado di imporsi un domani come standard a tutti gli effetti. Trattasi di soluzioni tecnologiche ancora agli albori, in alcuni casi esclusivamente allo stato embrionale, che tuttavia dimostrano potenzialità nettamente superiori alla media. Dai laboratori delle università ai centri di ricerca aziendali, ogni settore è stato analizzato da IBM che ha quindi stilato la classifica delle cinque tecnologie in arrivo entro altrettanti anni.
L’elenco si apre con gli smartphone: che siano più grandi o più piccoli di quelli attuali, più o meno performanti, più o meno longevi in termini di autonomia, ciò che secondo IBM rappresenterà la reale innovazione sarà la possibilità di utilizzare feedback aptici in maniera del tutto nuova. Le tecnologie aptiche, infatti, saranno in grado di fornire all’utente la sensazione di toccare un tessuto, un oggetto o un qualsiasi prodotto, semplicemente toccando il display del proprio smartphone. Acquistare un oggetto online significherà quindi poterlo toccare realmente con mano, replicando l’esperienza vissuto in negozio e rendendo quindi l’e-commerce decisamente più accattivante. Il mondo dello shopping è chiaramente soltanto un esempio di applicazione, con numerosi altri settori che potranno trarre importanti giovamenti da una siffatta tecnologia.
Al secondo posto di questa speciale graduatoria vi è la creazione di sistemi intelligenti in grado di analizzare a fondo un’immagine, comprendendone il significato alla stregua di quanto fatto dagli esseri umani grazie al proprio cervello. Caricare una foto online significherà quindi lasciare ad un sistema di elaborazione la possibilità di comprendere svariate informazioni sul suo contenuto, con chiari vantaggi ma importanti ripercussioni sulla privacy. “Un pixel varrà come mille parole” sostiene IBM, lasciando intuire anche in questo caso svariati settori di applicazione per una tecnologia in grado di rendere le macchine decisamente più intelligenti ed autonome rispetto a quelle attualmente a disposizione.
Oltre alla vista, poi, i computer avranno anche l’udito: e se oggi i dispositivi di elaborazione hanno già la capacità di ascoltare l’ambiente esterno mediante appositi sensori, la vera rivoluzione riguarderà l’interpretazione dei dati rilevati. Un PC potrà quindi ascoltare ciò che accade nell’ambiente circostante, potendo così comprendere eventuali situazioni di pericolo, segnalare problemi o più semplicemente adeguarsi a quanto succede, modificando ad esempio alcune impostazioni. In tal senso non va trascurata la possibilità di realizzare device sempre più in grado di comprendere lo stato d’animo del rispettivo proprietario, benché applicazioni riguardanti la sicurezza ed il monitoraggio meritino da tale punto di vista maggiore attenzione.
Secondo IBM, poi, i computer di domani saranno particolarmente utili agli chef, non solo per cercare nuove ricette online o condividere esperienze con i propri clienti, ma anche per migliorare la propria efficienza e la qualità dei propri cibi. Diversi laboratori stanno infatti lavorando ad un sistema in grado di consentire ai sistemi elettronici di avere il senso del gusto, potendo elaborare cibi e condimenti per comprenderne le qualità ed eventualmente segnalare possibili miglioramenti alle ricette. Ma non solo: potendo esaminare nel dettaglio la struttura chimica dei cibi, i PC potranno suggerire nuovi abbinamenti improbabili sulla carta, ma potenzialmente in grado di aprire nuovi orizzonti nel campo culinario.
La classifica di IBM si chiude poi con un altro senso: l’olfatto. I PC di domani saranno infatti in grado di percepire l’ambiente esterno anche in termini di odori, proponendosi quindi come possibile ausilio per i medici nella diagnosi di malattie, oppure come alleati per gli scienziati operanti in svariati settori. Il tutto, poi, con il cloud computing che potrà fungere da nuovo nucleo centrale nella realizzazione di sistemi medici per la prevenzione di malattie.