Amazon ed IBM si troveranno presso in tribunale. Oggetto del contendere una serie di brevetti che IBM reclama e che Amazon avrebbe violato. Le parti avrebbero discusso la cosa per anni, ma ora l’unica conciliazione possibile sembra essere quella stabilita da un giudice. Denunce, dunque, già depositate.
Secondo il New York Times sarebbero cinque le violazioni di brevetto contestate, la prima risalente addirittura al 1988. I brevetti interessati sarebbero quelli identificati dai numeri progressivi 5,796,967 («Method for presenting applications in an interactive service»), 5,442,771 («Method for storing data in an interactive computer network»), 7,072,849 («Method for presenting advertising in an interactive service»), 5,444,891 («System for adjusting hypertext links with weighed user goals and activities») e 5,319,542 («System for ordering items using an electronic catalogue») relativi a varie opzioni che, spiega IBM, contemplano aspetti del tutto cruciali «nel moderno commercio elettronico»: non roba caduta nel dimenticatoio, insomma, ma strumenti tuttora in uso nell’e-commerce di Amazon.
Patty Smith, portavoce Amazon, evita ogni commento sulla vicenda spiegando che il gruppo non ha ancora potuto visionare le carte processuali. Duro l’approccio IBM alla vicenda: «crediamo che l’intero modello di business di Amazon sia costruito su questi brevetti e che il danno sia sostanziale». Parola di Scott Brooks, portavoce del gruppo, secondo cui IBM sarebbe ben lieta di offrire in licenza la propria tecnologia così come già accordato ad altri gruppi (non dichiarati per motivi di opportunità).