Tredici anni fa, esattamente il 10 febbraio 1996, il mondo si fermò attonito al risultato di una incredibile partita a scacchi fra l’uomo e la macchina. A combattere sulla scacchiera virtuale c’era il campione del mondo di scacchi, il russo Garry Kasparov che sfidava il supercomputer della IBM Deep Blue.
La sfida era fra la migliore mente umana, allenatissima alle sfide ad alta tensione, e il miglior computer esistente all’epoca, il supercomputer IBM Deep Blue con parallelismo a 30 nodi basato su RS/6000 e spinto da 480 processori specifici in tecnologia VLSI appositamente ottimizzati per il gioco degli scacchi.
La sfida era quella fra uomo e macchina, fra l’intelligenza naturale e l’incredibile forza computazionale. Non era la prima volta che una sfida del genere si teneva, ma fino alla sfida del 2004 (quando a sfidare Kasparov fu il predecessore di Deep Blue e cioè Deep Thought) il dominio umano era stato nettissimo e mai messo in discussione.
Il match del 2006 fu invece una vera e propria tortura per Kasparov. L’evoluzione della macchina in soli due anni era stata tale da portare al tavolo un avversario fortissimo che sconfisse nettamente Kasparov nel primo match e tenne il campione russo impegnato come mai nelle partite successive. Il torneo del 2006 si chiuse con una vittoria finale per 4-2 del russo su Deep Blue, ma anche con l’interrogativo ormai ineludibile: per quanto ancora l’uomo poteva resistere alla forza incontenibile delle macchine?
Un’era si era aperta e IBM accettò in nome di Deep Blue un rematch che fu organizzato per maggio 2007. Deep Blue fu potenziato tanto da guadagnare il soprannome: Deeper Blue e non diede scampo al campione russo, battendolo in sei partite con il punteggio 3.5 a 2.5. Il rematch del 2007 fu trasmesso in diretta sul Web e ricevette più di 74 milioni di visite da 106 paesi nei 9 giorni delle sfide.
L’algoritmo finale usato da Deep Blue riusciva a calcolare oltre 200 milioni di posizioni al secondo, contro appena 3 posizioni al secondo calcolate da Kasparov. Il campione russo dichiarò dopo la gara di aver visto nel suo avversario lampi di genio puro, tanto profondo da andare spesso oltre la comprensione umana. La rivincita chiesta da Kasparov fu rifiutata da IBM perché l’obiettivo era stato ormai raggiunto: superare l’uomo nel terreno in cui l’intelligenza era considerata il fattore dominante.
Deep Blue venne ritirato poco dopo la sfida visto che l’obiettivo di sconfiggere l’uomo era stato raggiunto. Quello che era nato come un progetto universitario dello studente di dottorato Feng-hsiung Hsu dell’università di Carnegie Mellon, divenne uno fra i progetti più ambiziosi degli ultimi anni e fece capire al mondo in maniera definitiva che i confini dell’evoluzione intelligente dei computer sono ancora tutti da esplorare.