National Geographic ha reso noto di aver ottenuto il nono Guinness World Record della propria storia, grazie ad un’iniziativa portata avanti in collaborazione con IBM. Si tratta della copertina di un magazine più piccola al mondo, realizzata con una speciale stampante 3D chiamata Microscopic 3D Printer, che a differenza dei modelli più tradizionali è stata progettata per esplorare le potenzialità delle nanotecnologie.
La cover è visibile in allegato di seguito. A destra quella originale della rivista NatGeo Kids, a sinistra la sua versione microscopica in bianco e nero. L’immagine è stata impressa su un polimero dalle dimensioni pari a 11×14 micrometri. Per capire di che ordine di grandezza si sta parlando è possibile ricorrere ad un confronto: è un’area 2.000 volte più piccola rispetto alla superficie di un granello di sale, assolutamente invisibile ad occhio nudo e difficilmente distinguibile anche con l’attrezzatura standard. I ricercatori spiegano che per vederla chiaramente e fotografarla si è reso necessario l’impiego di un microscopio elettronico.
Il funzionamento del macchinario è in realtà diverso da quello delle altre stampanti in tre dimensioni: anziché aggiungere uno strato di materiale dopo l’altro, la punta (100.000 volte più piccola della punta di una matita ben affilata) viene scaldata a 1.000° C e, al contatto con la superficie, elimina le parti in eccesso vaporizzandole. Il processo è stato eseguito in diretta all’evento USA Science & Engineering Festival di Washington e ha richiesto una decina di minuti per essere portato a termine.
Pur trattandosi di un prototipo, la tecnologia messa a punto da IBM potrà trovare diversi sbocchi in futuro, commerciali e non. Dalla produzione di chip alla sperimentazione nel campo delle nanotecnologie: la stampa di una copertina rappresenta ovviamente solo un esercizio di stile, utile comunque per dimostrare le potenzialità del progetto.