Watson, il supercomputer della IBM famoso per avere stracciato tutti i giocatori di Jeopardy in diretta televisiva, ha trovato un lavoro più utile per il proprio futuro: elaborare il database sanitario di una compagnia assicurativa.
L’accordo, anticipato sul Wall Street Journal, tra IBM e Well Point, una compagnia di 34.200 aderenti, dovrebbe portare al primo serio passo verso l’informatizzazione di una delle scelte più delicate e umane che si possano immaginare: la diagnosi e la cura di una malattia. Opzioni di trattamento e diagnosi precoci, saranno a portata di mano con un’applicazione nata dalla ricerca pura e adesso convertita in un prodotto commerciale, punta estrema di un settore, quello sanitario americano, che sta spingendo per digitalizzare le procedure (quali il monitoraggio in remoto del paziente) e la documentazione relativa.
L’obiettivo dichiarato della Well Point è quello di migliorare la qualità della cura riducendo i costi. Argomento molto delicato nella patria delle battaglie tra cittadini e compagnie assicurative, tanto che Sam Nussbaum, responsabile medico della compagnia, ha più volte affermato ai giornali che «non si tratta di limitare la cura, ma di assicurarsi che venga data quella giusta». Il programma pilota verrà lanciato all’inizio del prossimo anno in diversi centri oncologici e centri medici accademici.
IBM ha specificato che Watson è in grado di elaborare circa 200 milioni di pagine in meno di tre secondi ed è capace di analizzare il significato e il contesto del linguaggio umano: non si otterrebbe un risultato simile neppure se tutti i medici degli Stati Uniti si mettessero a studiare uno stesso caso contemporaneamente aprendo i loro manuali, studiando i casi precedenti, contattandosi per condividere conoscenza ed esperienze.