IBM salva la legge di Moore con la nanotecnologia

IBM ha inventato una nuova tecnica per la realizzazione dei transistor composti da nanotubi di carbonio che permetterà di ridurre la dimensione dei chip.
IBM salva la legge di Moore con la nanotecnologia
IBM ha inventato una nuova tecnica per la realizzazione dei transistor composti da nanotubi di carbonio che permetterà di ridurre la dimensione dei chip.

IBM ha annunciato una importante scoperta nel campo delle nanotecnologie che potrebbe accelerare la realizzazione di nanotubi di carbonio e quindi estendere la validità della legge di Moore, incrementando le prestazioni dei futuri computer. Gli scienziati IBM hanno trovato un modo per ridurre la dimensione dei contatti del transistor, senza aumentare la resistenza elettrica e conseguentemente il calore generato.

Il silicio è ormai vicino al suo limite fisico, quindi tra qualche anno non sarà più possibile usare questo materiale per realizzare i transistor. IBM ha già dimostrato che i nanotubi di carbonio, semiconduttori formati da un singolo strato di atomi di carbonio, possono sostituire il silicio e funzionare come eccellenti interruttori, anche a dimensioni inferiori ai 10 nanometri. Analogamente al silicio, i nanotubi di carbonio non possono essere miniaturizzati oltre una certa soglia, in quanto l’eccessiva riduzione della dimensione dei contatti provoca un incremento della resistenza e un drastico decadimento delle prestazioni.

Gli scienziati IBM hanno inventato un processo metallurgico simile alla saldatura microscopica che unisce chimicamente gli atomi di metallo (molibdeno) dei contatti agli atomi di carbonio alle estremità del nanotubo. In questo modo, i contatti del transistor (le “valvole” che controllano il flusso di elettroni) possono avere dimensioni inferiori ai 10 nanometri, senza incidere negativamente sulle prestazioni.

IBM è riuscita ad eliminare uno dei maggiori ostacoli alla miniaturizzazione dei transistor formati con nanotubi di carbonio. La nuova tecnologia produttiva dovrebbe consentire la realizzazione di processori a 1,8 nanometri, ovvero quattro generazioni successive a quella attuale. Se la roadmap verrà rispettata, i primi chip con nanotubi di carbonio saranno disponibili entro il 2020.

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