Apple ha presentato ieri la sua scommessa per rivoluzionare il mondo dei libri digitali, composta da iBooks 2, iBooks Author e il rinnovato iTunes U. Si è per molto tempo sottolineato come quello dell’istruzione fosse un tema caro a Steve Jobs, tanto che la paternità di quest’ultimo progetto sarebbe stata conferita proprio al compianto iCEO. Ma, secondo alcune fonti comunicate da Cult Of Mac, l’idea proverrebbe invece da uno studente in stage presso Apple.
Si tratterebbe di Joseph Peters, giovane che nel 2008 avrebbe trascorso alcuni mesi come stagista interno per Cupertino. Il ragazzo avrebbe espresso in azienda l’idea di portare i libri di testo su iTunes, perché troppo costosi per le sue tasche di universitario squattrinato.
Di primo acchito, la domanda risulta più che facile: come è possibile che uno studente sia riuscito a proporre un progetto alla dirigenza Apple? La risposta è altrettanto semplice: ogni anno viene organizzato l’iContest, un’opportunità per gli interni di Cupertino per offrire spunti o presentare progetti ai top manager della società.
WireCutter è riuscita a contattare Peters, il quale ha così spiegato il perché sia il padre “morale” di tutte le innovazioni presentate ieri, in particolare iBooks Author:
«Mbeh, l’idea originale è nata dalla mia frustrazione sui libri di testo. Ho quindi fatto una ricerca sul mercato e ho scoperto come i prezzi fossero gonfiati artificialmente dall’industria, perché gli editori volevano recuperare denaro dalle perdite derivanti dal mercato dei testi usati. Mi ricordo di aver risposto a numerose domande e ho avuto l’impressione che i dirigenti fossero d’accordo. È stata una sensazione fantastica.»
Una sensazione talmente fantastica, e soprattutto valida, che ha portato Peters e i suoi amici a vincere l’iContest di quell’anno, ricevendo un MacBook Air a testa. Ma, a quanto pare, Cupertino si sarebbe dimenticata dell’apporto del giovane nell’elaborare la sua rivoluzione dei libri di testo, presentata in pompa magna in quel di New York. Su questo punto, però, il giovane è chiaro: non vuole nulla che non gli spetti.
«Voglio chiarificare un fatto: non pretendo la paternità dell’idea, credo di aver semplicemente aiutato la dirigenza a inserirsi su un percorso che avevano già contemplato. È possibile che avessero pensato ai libri di testo prima di me. Lo voglio chiarificare perché non desidero che la gente pensi io mi stia prendendo un credito immeritato.»
Chissà che, prima o poi, Cupertino non torni sui suoi passi e riconosca i meriti dell’ingegnoso stagista.