Continuano a insorgere dubbi circa l’opportunità di adottare un Top Level Domain .xxx e per l’ICANN non sembra essere ancora arrivato il momento della decisione definitiva. Per la seconda volta, infatti, l’approvazione del dominio viene rinviata a data da destinarsi ed in motivi rimangono nascosti dietro una non meglio definita scelta di opportunità gravitante attorno al cambiamento di alcune clausole contrattuali con il gestore ICM Registry (il gruppo ha confermato con un comunicato ufficiale i lavori in atto per un adeguamento sollecito e puntuale alle richieste ICANN).
L’ICANN, nel mezzo di una riflessione che va probabilmente oltre la semplice scelta programmatica, prende tempo. Da più parti viene osteggiata la possibilità di una zona “legalizzata” della pornografia online, mentre dalla parte opposta si auspica l’apertura del dominio per dare il via ad un’epoca di maggior regolamentazione dell’ambito. Le rispettive motivazioni non appaiono poi così troppo distanti da quelle che sorreggono da tempo immemorabile i pro ed i contro alle cosiddette “case chiuse” e risulta dunque evidente la travalicazione del problema etico su quello strategico.
Il dominio .xxx porterebbe in seno ulteriori problemi successivi. Innanzitutto la zona franca dell’XXX potrebbe dare ulteriore linfa ad un mercato ambiguo e pericoloso quale quello pornografico; inoltre la creazione di una zona a parte imporrebbe la scelta di cosa è adatto e cosa no per un semplice .com, .net, o .it. Chi avrà il potere decisionale in merito ed in base a quali criteri? In ogni caso il via libera dell’ICANN è ormai ufficiale, ed i problemi insorgenti stanno determinando una semplice proroga di un inizio delle attività che non appare al momento in discussione.
Un problema politico insorge invece in Spagna, ove l’ICANN ha autorizzato la regolare registrazione dei domini .cat destinato ai catalani. La Catalogna non è uno stato regolarmente riconosciuto, ma in virtù di uno status di realtà linguistica e culturale l’Internet Corporation For Assigned Names and Numbers ha riconosciuto l’entità del gruppo ed il relativo diritto alla gestione di un dominio proprio. Nello specifico settore la Catalogna non dovrà dunque dipendere dalla Spagna e la cosa è destinata a far discutere, non tanto di politica dei TlD, quanto più di politica interna.