La rivoluzione che porterà alla liberazione dei domini è già iniziata, l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), ha infatti dato il via libera alla liberalizzazione dei domini di primo livello. Questo significa che privati e aziende potranno registrare senza nessun vincolo particolare la parte finale del dominio, quella per intenderci che viene subito dopo il punto. Un privato per esempio potrà registrare un dominio del tipo www.nome.cognome o un’azienda un dominio del tipo www.nome.ragione-sociale e così via.
In particolare, per le aziende, questa liberalizzazione significa poter registrare con facilità il proprio marchio sul web, un fattore di non poca importanza per il marketing. Non sarà strano dunque trovare a breve domini del tipo .Samsung o .Ebay
Tutto molto interessante, se non per un particolare, quello del rischio che qualcuno approfitti di questa liberalizzazione per registrare illegittimamente domini di aziende note. Per evitare questo fenomeno, magari solo nel tentativo di estorcere soldi alle aziende in questione per la rivendita del dominio, l’ICANN ha pensato di predisporre due precise limitazioni. La prima è che il soggetto potrà registrare un dominio di primo livello solo se dimostrerà la pertinenza con esso. Ciò significa che chi scrive non potrà mai registrare un .Apple o un .Google perché non ha nulla a che fare con loro. Inoltre l’ICANN ha fissato i costi di registrazione molto alti.
Si parla infatti di ben 185 mila dollari per registrare un dominio. Questi precisi paletti dovrebbero dunque dissuadere eventuali furbacchioni dal poter registrare marchi e loghi non appartenenti a loro.