Battaglia legale in fatto di brand in quel di Cupertino, ma Apple ha avuto una vittoria fin troppo facile: iCloud Communications ha deciso di lasciar cadere la causa contro la Mela, preferendo cambiare il proprio nome in PhoenixSoft/Clear Digital Communications.
Tutto ha avuto inizio durante l’ultimo WWDC di qualche mese fa, quando Apple ha ufficialmente presentato i propri servizi di cloud storage, chiamati iCloud. Un marchio che di certo non è piaciuto a iCloud Communications, una società con base in Arizona esperta di soluzioni VoIP e proprio di servizi cloud. Ma un piccolo inghippo legale, tuttavia, ha messo al riparo Cupertino da qualsiasi tipo di rivendicazione.
Sebbene siano molti anni che l’azienda utilizzi questa dicitura, all’incirca dal 2005, pare che il nome non sia mai stato legalmente registrato. All’US Patent and Trademark Office, infatti, l’unico proprietario del marchio iCloud è proprio Apple, segno di come, almeno di primo acchito, il concorrente non avrebbe potuto avanzare alcun diritto.
iCloud Communications ha comunque cercato di intentare causa contro Cupertino, basandosi sulla possibilità di dimostrare la proprietà effettiva del marchio dati gli oltre sei anni di utilizzo. Ma un simile percorso legale si sarebbe prospettato troppo dispendioso per una media impresa, soprattutto contro un gigante come la Mela. E, così, si è deciso di rinunciare al nome, lasciando cadere ogni accusa. Non è dato sapere, tuttavia, se le due si siano accordate in sede extragiudiziaria.
Il cambio della dicitura ha portato anche alla chiusura del sito geticloud.com, forse per evitare future rivalse da quel di Cupertino. In definitiva, un problema di casualità e scarsa lungimiranza: Apple è maestra della registrazione e dei brevetti e così, forse furbescamente e senza troppi sforzi, ha sottratto il prezioso brand al proprio rivale.